Pedagogia Steineriana
La Scuola dell’obbligo (I – VIII Classe) un mondo bello da sperimentare
Nel secondo settennio il bambino ricerca il rapporto con il mondo e con
chi lo abita, acquista quindi importanza l’educazione dei sentimenti
attraverso l’esperienza del bello.
Nei primi tre anni di scuola sono fondamentali il ritmo e
l’immaginazione, che porteranno successivamente al risveglio di un
pensiero più logico. Il maestro come autorità amata diventa la porta che
si affaccia sul mondo, in una relazione che muterà di pari passo ai
mutamenti del bambino.
Ogni Classe inizia il suo percorso con un maestro che la accompagnerà
come figura di riferimento per tutto il ciclo di 8 anni, affiancato,
nel corso del tempo, da altri insegnanti specializzati nelle singole
materie. Suo compito è presentare le lezioni nel modo più artistico
possibile, e armonizzare i vari talenti e temperamenti dei ragazzi in
modo da suscitare simpatia, tolleranza e senso sociale. L’insegnamento
delle materie segue lo stesso schema per tutto il periodo scolastico:
ogni mattina le prime due ore sono dedicate alle materie principali che
vengono trattate continuativamente per più settimane, cioè a "epoche",
per favorire la concentrazione e l’approfondimento. Questo facilita
l’introduzione, in ogni lezione, di altre materie ad essa correlate:
drammatizzazione, disegno, poesia...
Dopo una pausa, ci si dedica alle materie che richiedono un ritmo
preciso e una pratica costante: attività artistiche, linguistiche,
manuali e motorie in cui il maestro di classe può essere sostituito o
affiancato dai maestri di materia.
• Le lingue straniere vengono introdotte fin dai
primi anni in quanto l’impulso all’imitazione tipico di questa età del
bambino consente una maggiore facilità di apprendimento. All’inizio
l’insegnamento passa attraverso la ripetizione di filastrocche e
canzoncine, per poi arrivare all’introduzione degli aspetti linguistici e
grammaticali nelle classi successive.
• I lavori manuali sono materia di esercitazione
permanente fino alle superiori, a iniziare dal lavoro al telaio, ai
ferri e all’uncinetto per i bambini e le bambine, fino a trasformarsi in
attività di ricamo, cucito e realizzazione di costumi per le recite.
• La storia si affronta nei primi tre anni tramite
fiabe, leggende e racconti dall’Antico Testamento. In IV Classe si passa
alla mitologia nordica, in V alle prime culture orientali, fino ad
arrivare ai Greci e ai Romani in VI Classe, al Medioevo e al
Rinascimento in VII, passando poi alla Rivoluzione Francese e alla
storia fino al XX secolo in VIII Classe.
• La geografia, a sua volta, segue un percorso che
passa dall’osservazione della natura ad un approfondimento graduale che,
in IV Classe, diventa più vicino al territorio in cui si vive, si
espande in V studiando i popoli e i territori lontani per risvegliare un
sentimento di fraternità e diventa più scientifico e antropologico
dalla VI fino all’VIII Classe.
• Le scienze mantengono un connotato immaginativo legato al mondo della natura fino alla III Classe.
Dalla IV Classe si iniziano a studiare antropologia e zoologia, dalla V botanica, dalla VI geologia e fisica. In VII si aggiungono astronomia, chimica e scienza della nutrizione ed in VIII meteorologia,
rispondendo così alla necessità profonda dei preadolescenti di
accostarsi al mondo e alle sue leggi anche attraverso l’esercizio di un
pensiero logico-razionale autonomo.
• Il disegno di forme avvicina i bambini alla
geometria prima ancora che sappiano usare la riga e il compasso: il
bambino di I Classe traccia una forma sul foglio dopo averla prima
sperimentata con il movimento del corpo. In III Classe si introduce la
simmetria, in IV si sperimentano le forme più complesse della natura, in
V ci si avvicina alla geometria vera e propria che verrà poi studiata
dal punto di vista logico, matematico e volumetrico in VI, VII e VIII
Classe.
• Aritmetica e matematica, così come l’italiano,
vengono insegnati per tutto il ciclo scolastico, accompagnati da
esperienze artistiche e di ritmo adatte ad ogni età specifica, con
l’obiettivo di radicare a poco a poco nel bambino e nel ragazzo il
piacere di imparare, la fiducia nella comprensione, la capacità logica e
il coraggio critico.
"Il metodo della scuola Waldorf cerca di adattare completamente
il piano di studi ai principi di sviluppo, alle forze di sviluppo del
bambino secondo le diverse età. Fino ai nove anni è necessario parlare
delle cose del mondo, di piante e animali, di monti e fiumi come nelle
fiabe, appellandosi di preferenza alla fantasia; piante, montagne e
sorgenti gli devono parlare e venire incontro dal mondo esterno con lo
stesso linguaggio che egli conosce già in se stesso. Quando raggiunge
l’età caratterizzata fra i nove e i dieci anni, lo conduciamo alla
botanica che fa parte dell’intelletto, ma dell’intelletto mobile,
vivente e alla zoologia che conduce al rafforzamento della volontà."
Rudolf Steiner
Imparare dalla pratica
Il passaggio ad una società industriale e poi ad una società delle
comunicazioni ha reso evidente la carenza insita nel sistema formativo
degli ultimi tre-quattrocento anni: dal processo educativo è stato
bandito l'apprendimento pratico-artigianale, pre-professionale.
La formazione cognitivo-intellettuale, che è unilaterale, e che
pervade l'intero sistema scolastico, fa dimenticare che le premesse
della svolta tecnica, economica e sociale del nostro tempo si basano su
metodi di produzione artigianali tipici delle corporazioni medievali che
si svolgevano in spazi vitali chiusi e ancora commisurati al singolo.
Il presente può essere compreso solo ripercorrendo gli sviluppi del
passato; di conseguenza, si cerca di promuovere l'identificazione del
giovane con sé stesso e con il suo ambiente facendo in modo che egli
sperimenti direttamente e praticamente, attraverso un'attività autonoma
guidata, i più significativi "presupposti" del presente.
Di conseguenza, fin dall'inizio della scuola i processi di
apprendimento vengono impostati in modo tale da coinvolgere "mani, cuore e testa".
L'accesso alle cosiddette tecniche culturali, generalmente
problematico perché avviene in modo astratto e in forma impositiva, si
opera, nella scrittura, nel calcolo e nella lettura, attraverso il
"disegno pittorico" ed esercizi ritmici che coinvolgono l'intera
persona.
Il flauto e il lavoro manuale sono ulteriori campi di esercitazione
pratica. La linea evolutiva del "risvegliarsi all'ambiente" viene
ulteriormente sottolineata nel terzo anno, nel quale si stabiliscono
relazioni pratiche con tutti i campi della vita attraverso insegnamenti
organizzati in forma di progetti ("epoche" di edilizia ed agricoltura,
conoscenza delle varie tradizioni artigianali...).
Nelle classi intermedie viene coltivata l'esperienza personale con
l'attività nei laboratori (prodotti tessili, legno, ceramica, creta,
elettronica). Vengono esercitate capacità di base come l'abilità e la
misurazione "a occhio", vengono affinate virtù come la precisione, la
pazienza e la costanza.
Trasformare un'idea in piano di lavoro e da qui arrivare alla
realizzazione di un prodotto si scontra con i limiti posti dal materiale
e dall'uso dei necessari attrezzi. Nell'apprendimento pratico si
sperimenta dunque la necessità di correzioni "dipendenti dalla cosa in
sé stessa".
La pedagogia di questi anni sostiene il principio della "comprensione
attraverso l'azione". I compiti pratico-concreti che vengono assegnati
sono perciò da collegare, come progetti di laboratorio, con altre
materie di insegnamento in modo che la costruzione e la configurazione
di un oggetto da produrre risultino chiaramente dalla sua funzione e
dalle leggi che ne hanno guidato la realizzazione.
Le abilità artigianali fondamentali e il "senso del materiale"
ulteriormente perfezionati nelle classi superiori, a partire dalla IX
classe, attraversano una formazione di base in diversi rami artigianali e
tecnici. Questa formazione può aver luogo sotto forma di corsi o
giornate di lavoro nei laboratori e viene poi completata e approfondita
attraverso tirocinii "mirati" in organismi extrascolastici (tirocinio
forestale in VII classe, agricoltura in IX classe, attività di geometra e
industriale in X classe).
Questa formazione generale attraverso l'apprendimento pratico sfocia
in alcune scuole, dopo la X classe, in una vera e propria formazione
professionale.
L'integrazione fra formazione generale e professionale si basa sulla
concezione "pedagogica popolare" di Steiner ed è stata realizzata per la
prima volta in modo coerente nella scuola "Hibernia" di Herne.
Attualmente, un certo numero, ancora scarso ma in costante aumento,
di scuole di recente costituzione sta esplorando la possibilità di
combinare l'apprendimento scolastico con la formazione professionale.
L'intenzione sarebbe quella di stabilire, con partner dei settori
artigianale e industriale, nuovi sistemi di collaborazione orientati
verso una formazione aziendale "assistita" dalle scuole Waldorf.
Mathias Riepe
Una pagella senza voti
La scuola "luogo di competizione" è una componente essenziale della
situazione di ingiustizia sociale che regna nella società contemporanea.
Il profitto scolastico "estorto" con il ricatto del voto dà uno
scarso contributo allo sviluppo dell'autonomia e della responsabilità
del bambino.
L'attestato individuale tende invece a "spiegare" il bambino nello
sviluppo globale delle sue capacità. Solo così, non sotto coercizione ma
in libertà, si può stimolare la volontà del bambino a imparare e a far
meglio il suo lavoro.
L'attestato rappresenta:
• una caratterizzazione individuale delle capacità del bambino
• un parere sull'impegno del bambino nei confronti del mondo
• un'indicazione di obiettivi e orientamenti per il cammino del giovane
• una valutazione obiettiva e comparativa dei risultati raggiunti dall'adolescente
• infine, uno specchio del lavoro svolto dall'allievo nel mondo e per il mondo.
L' attestato descrittivo che ogni alunno riceve alla fine dell'anno
rappresenta la caratterizzazione personale ed individuale del suo
rendimento, formulata dall'insegnante.
La prestazione più importante dello scolaro è la sua evoluzione. Di
conseguenza, l'attestato dunque inserisce l'evoluzione tra le
prestazioni.
Nelle classi inferiori l'attestato ha il compito di delineare una
caratterizzazione individuale del bambino. L'insegnante impartisce nella
sua classe insegnamenti in molte materie e nell'attestato documenta il
lavoro fatto nelle varie materie e descrive per ogni scolaro i passi che
questi ha compiuto attraverso il lavoro. L'insegnante di classe segue
ed accompagna la sua classe sul cammino dell'apprendimento ogni giorno
per otto anni; prepara feste, fa visite a casa, in una parola conosce
bene i suoi scolari. Il suo attestato è un parere sulle modalità di
apprendimento, sull'inserimento sociale nella classe, sull'intera vita
scolastica di ciascuno di essi.
Ogni alunno riceve con l'attestato una massima scelta per lui
dall'insegnante, che vuole essere un orientamento per la strada ancora
da percorrere.
Oltre all'attestato dell'insegnante di classe, lo scolaro riceve
brevi giudizi dagli insegnanti delle varie materie: lingue, euritmia,
lavoro manuale, giardinaggio, lavori artigianali, sport e musica. Per i
bambini dai 6 agli 8 anni gli attestati vengono consegnati ai genitori;
solo quando il bambino ha raggiunto la fase evolutiva in cui comincia
riconoscersi indipendente (intorno ai 9 anni) egli riceve l'attestato
personalmente.
Nelle classi superiori (15-18 anni) all'insegnante di classe
"generico" subentrano gli insegnanti "specializzati" delle varie
materie. In questa fase, negli attestati compaiono progressivamente i
giudizi "comparativi" sui risultati raggiunti. In questo modo si vuole
insegnare ai ragazzi a giudicarsi da soli. Come attestato finale gli
studenti ricevono un testo dettagliato che descrive il lavoro
dell'ultimo anno, in tutte le materie. L'insegnante si tira in un certo
senso indietro, ponendo al centro dell'attestato ciò che lo studente
stesso è riuscito a fare. Il giovane che sta per lasciare la scuola vi
viene rispecchiato attraverso il suo lavoro.
Nell'attestato ci si astiene da qualsiasi pronostico per il futuro.
E' proprio qui che nasce, in genere, il conflitto con le scuole statali
dei Paesi in cui all'attestato finale è congiunta la "qualificazione"
per una futura professione. Queste qualificazioni misurano il valore di
un uomo esclusivamente in relazione alle sue prestazioni nelle varie
materie, che in tal modo rimangono fini a se stesse. Si ostacola così la
funzione originaria della scuola: la formazione dell'essere umano.
Affinché i suoi scolari non risultino svantaggiati da questo fattore,
le scuole Waldorf trattano con i responsabili le condizioni di
equipollenza dei diplomi. A volte gli attestati con giudizi vengono
convertiti in pagelle con voti, altre volte vengono tenuti esami di
verifica delle prestazioni. Ciò a cui si tende è che il sistema della
"qualificazione" abbia il minor influsso possibile sul compito
originario della scuola, quello di formare l'essere umano. Le scuole
Waldorf cercano perciò di influenzare le politiche della formazione
soprattutto in questo punto debole.
Gerd Kellerman
Dall'immagine al concetto dalla percezione alla comprensione
Nel piano di studi della scuola Waldorf, come ciclo scolastico globale
comprendente 12 classi, c'è una strutturazione metodica che abbraccia
tutte le materie.
Nelle classi inferiori viene insegnato con le immagini quello che
riemergerà in altra forma nelle superiori; il bambino impara a scoprire
"per immagini" le lettere dell'alfabeto, ad esempio la "zeta", che più
tardi scriverà scorrevolmente. Un procedimento analogo viene seguito,
fra l'altro, anche nell'insegnamento delle scienze naturali, che nella
scuola Waldorf comincia dalla pratica osservazione dei fenomeni. Nella
IV classe i bambini imparano a conoscere diversi animali attraverso i
racconti, e li disegnano, li interpretano, li dipingono. Le conoscenze
sistematiche dei regni animali verranno poi fornite nell' "epoca" di
zoologia, in XII classe.
Quel che si è percepito inizialmente tramite le diverse qualità
sensoriali, nelle classi superiori diventa accessibile ad un giudizio
individualizzato.
Le indicazioni del piano di studio per la scuola Waldorf formano una composizione antropologicamente fondata.
Il nostro modo di comprendere il mondo cambia durante il corso della vita.
Il cambiamento avviene gradualmente; dal riconoscimento "per
immagini" dei nessi globali si arriva, passando attraverso la
comprensione dei singoli elementi e delle loro reciproche relazioni, a
una capacità di sintesi concettuale. Questa metamorfosi dell'attività
percettiva è un tratto fondamentale dello sviluppo umano; essa
contraddistingue gli anni del periodo scolastico e, perlomeno in parte,
viene condizionata da fattori fisiologici.
Nel bambino è accompagnata dall'emergere in modo sempre più marcato
dell'individualità e si esprime, tra l'altro, in un progressivo
definirsi dell'attività intellettuale. Nella pedagogia Waldorf questo
cambiamento sta alla base non solo del piano di studi complessivo, ma
anche della struttura delle singole "epoche" di insegnamento.
L'interesse del bambino per ciò che impara a scuola poggia sul fatto
che i contenuti e le forme dell'insegnamento corrispondono al suo
sviluppo interiore e, allo stesso tempo, lo promuovono. Per raggiungere
questo scopo, la pedagogia Waldorf tende a favorire la percezione
qualitativa di diversi ambiti vitali e diverse materie, piuttosto che
accumulare, secondo un criterio additivo, conoscenze richiamabili. Nel
contesto di questo impegno, la via che dall'immagine conduce al concetto
ha un doppio significato.
Rispetto al piano di studi che copre i dodici anni del ciclo, questa
via definisce il modo nel quale ci si rivolge ai bambini nelle varie
classi. Le classi inferiori sono caratterizzate da un insegnamento per
immagini, che stimola l'apprendimento attraverso l'imitazione; nelle
classi superiori l'elemento concettuale gioca un ruolo sempre maggiore.
L'attività personale viene stimolata in modo da arrivare infine a
manifestarsi nella formazione di giudizi autonomi. In tutte le materie
viene ripreso successivamente in forma concettuale e scientifica quanto
all'inizio era stato proposto in forma d'immagine. Rispetto alla
configurazione delle singole "epoche" di insegnamento, questa via è
importante soprattutto come supporto alla formazione della memoria del
bambino.
Nell'età della scuola elementare il bambino intrattiene con ciò che
lo circonda un rapporto pervaso di sentimento. Egli ricorda quindi
prevalentemente ciò che fa appello ai suoi sentimenti; più avanti, la
memoria viene rafforzata dalle elucubrazioni interiori, ricche di
fantasia, dettate dall'immaginazione. La caratterizzazione per immagini
stimola l'una e l'altra fase molto più di qualsiasi definizione
astratta.
In ogni processo di apprendimento, il primo passo è sempre
l'esperienza, sia nelle elucubrazioni interiori che nel contatto diretto
con un fenomeno; la comprensione concettuale viene in seguito. La
capacità di riconoscere ciò che è nuovo poggia sulla disponibilità a
vivere in modo nuovo ogni esperienza.
La via che dall'immagine conduce al concetto, così come viene seguita
in tutte le scuole Waldorf del mondo, favorisce lo sviluppo di un
pensiero che cerca di riscoprire il mondo senza il vincolo dei
pregiudizi. Nella scuola Waldorf un bambino non impara dunque
solo l'amore per lo studio, ma anche un metodo di studio che gli può
essere utile per tutta la vita.
Jon McAlice