Pedagogia Steineriana
Pedagogia curativa
Rudolf Steiner (1861-1925) tenne a Dornach (CH, 1924) un ciclo di conferenze sulla pedagogia curativa: “Heilpädagogischer Kurs”(1)
in risposta alla richiesta delle persone che avevano fondato l’istituto
Lauenstein, nei pressi di Jena (Svezia). 21 furono gli uditori, fra
questi:
- Karl Schubert, insegnante della classe speciale della scuola Waldorf di Stoccarda.
- Collaboratori dell’istituto di Arlesheim, collegato alla vicina clinica della dottoressa Ita Wegman(2)
e sorto per rispondere all’esigenza di accompagnare i bambini non solo
dal punto di vista medico, ma di sostenerli nello sviluppo e
nell’istruzione.
- Albrecht Stohschein, Siegfried Pickert e Franz Löffler i tre giovani fondatori dell’istituto Lauenstein.
Al ciclo di conferenze parteciparono anche membri del direttivo della
nuova Società Antroposofica, alcuni rappresentanti delle professioni
antroposofiche, Emil Bock, medici.
Da quel momento la pedagogia curativa ebbe una crescita incredibile. Ora è diffusa in 50 paesi del mondo.
Pedagogia curativa intesa quale “luogo di cultura”, stile, forma di vita, impulso sociale.
Si tratta di accompagnare e favorire un processo evolutivo delicato
in cui l’individualità, sempre integra e sana, può trovarsi confrontata
con ostacoli e difficoltà. Lo spirito non è mai malato. Deficitario è lo
strumento che ha a sua disposizione per manifestarsi.
Sta all’educatore, alla famiglia, alla società, creare situazioni
adeguate alle caratteristiche e necessità di ogni singolo affinché
ognuno possa trovare il proprio posto, sperimentare il sentimento di
appartenenza, vivere la reciprocità e sentirsi valorizzato e apprezzato
per il proprio apporto a favore di altri. Nessuno infatti può
svilupparsi se non può dare.
La nascita della pedagogia curativa
«Nella sua autobiografia, “La mia vita”, Rudolf Steiner ci parla del
ragazzo idrocefalo (Otto Specht), che egli, durante gli anni
universitari a Vienna, istruì in qualità di insegnante privato ed
educatore. L’insegnamento ebbe inizio quando l'alunno aveva 10 anni e
Rudolf Steiner 23 e proseguì per sei anni.
Questo compito educativo ebbe effetti molto benefici non soltanto per
l'alunno, ma permise all’insegnante stesso, attraverso l’osservazione
di un caso così estremo e perciò anche particolarmente evidente, di
sperimentare la relazione tra l’animico-spirituale e il corporeo
nell'uomo.
…Quel ragazzo poté poi assolvere al proprio compito di vita svolgendo la professione medica.
Rudolf Steiner era convinto che il ragazzo, la cui educazione gli era
stata affidata, avesse grandi facoltà spirituali. Ma erano ancora
latenti e non si sarebbero mai palesate senza l’aiuto di nuove modalità
di educazione e di intervento.
Inizialmente i talenti del ragazzo non erano percepibili. Fisicamente
e psichicamente pareva così diverso che i genitori dubitavano della
possibilità di istruirlo. Avevano tentato di inserirlo in una prima
classe della scuola elementare, ma non era riuscito a superare l'esame
di ammissione; la sola cosa che era stato in grado di fare era un grosso
buco nel quaderno con la gomma da cancellare.
Per la buona riuscita di un percorso così particolare, come poi si realizzò, bisognava prima creare i giusti presupposti.
Rudolf Steiner propose ai genitori che gli fosse affidato non solo
l'insegnamento, ma anche l'educazione del ragazzo. La fiducia che
soprattutto la madre riponeva nell’universitario ventitreenne, le fece
accettare la proposta e creare il primo presupposto necessario.
…Un secondo presupposto viene descritto da Rudolf Steiner in questo
modo: “Ben presto il ragazzo sviluppò un grande affetto nei miei
confronti così che il mio interagire con lui portò al risveglio delle
sue facoltà animiche ancora dormienti" Nell'amore il bambino si apre
all’azione risanatrice del suo educatore.
E il terzo presupposto sta nel dar libera forma creativa
all’insegnamento e alle misure terapeutiche basandosi esclusivamente sui
fondamenti pedagogici e pedagogico-curativi: “Per l'insegnamento dovevo
escogitare metodi particolari. Ogni qual volta che la durata della
lezione superava, anche solo di 15 minuti, il tempo originariamente
assegnatole, questo comprometteva il suo stato di salute… Dovevo
scrupolosamente attenermi a un principio di economia. Spesso per tenere
mezz’ora di lezione dovevo prepararmi per ben due ore, per presentare i
contenuti di apprendimento in modo tale da poter raggiungere il massimo
grado di rendimento del ragazzo nel minor tempo possibile e con il
minimo sforzo delle sue forze spirituali e corporee. Dovevo ponderare
molto bene la successione delle singole materie d’insegnamento e tutta
la ripartizione della giornata doveva essere strutturata adeguatamente.”
A questi provvedimenti pedagogici Rudolf Steiner aggiunse anche una
terapia del movimento di cui fa menzione nel suo "Corso di pedagogia
curativa": L’intento consisteva nel fatto che il movimento delle membra
venisse dominato con forza ed è così che l'idrocefalia scomparve. La
testa è diventata più piccola e questo è un segno che è possibile che
ciò riesca.»(3)
Karl König, fondatore del movimento Camphill(4) ha parlato(5) di come la pedagogia curativa racchiuda in sé quattro elementi che si compenetrano vicendevolmente in un tutto unitario.
Innanzitutto la diagnosi che permette di identificare le
problematiche, le caratteristiche, le unilateralità ed elaborare un
approccio pedagogico-curativo. Tale approccio contempla la terapia
medica, le terapie specifiche e l’atteggiamento educativo e
pedagogico-curativo.
Esso dovrà guidare e determinare le modalità d’insegnamento e fluire
in tutti gli ambiti della vita del bambino, dunque nell‘educazione e
nella cura della vita quotidiana.
La ‘con-sonanza’ di questi elementi favorirà il risveglio
dell’individualità e la sosterrà nel suo percorso di sviluppo e di
crescita fisica e dell’anima.
Socioterapia antroposofica
La pedagogia curativa sfocia naturalmente nella socioterapia antroposofica quando l’individuo raggiunge l’età adulta.
Vita sociale, lavoro e nutrimento dell’anima sono gli elementi cardine della socioterapia antroposofica.
Contesto sociale e di vita in cui sperimentare senso di appartenenza elettiva e reciprocità.
Lavoro per sentirsi, attraverso il proprio reale contributo, parte della collettività.
Attività culturali, artistiche, cura di elementi spirituali – quali
il vivere l’avvicendarsi delle stagioni e delle festività nel corso
dell’anno – come indispensabile alimento dell’anima in un processo in
continuo divenire.
"Associazione di lingua italiana per la pedagogia curativa e socioterapia antroposofica"
La pedagogia curativa e socioterapia sono
rappresentate in Italia dalla ”Associazione di lingua italiana per la
pedagogia curativa e socioterapia antroposofica”(6).
L’associazione si prefigge essere punto di riferimento per la pedagogia
curativa e socioterapia antroposofica in Italia. Essa prevede di
accogliere quali soci: associazioni, professionisti, genitori,
simpatizzanti e sostenitori.
L’ “Associazione di lingua italiana per la pedagogia curativa e socioterapia antroposofica” fa parte:
- della “Konferenz für Heilpädagogik und Sozialtherapie” - organo
rappresentativo della pedagogia curativa e socioterapia antroposofica a
Dornach (CH)
- del network europeo E.C.C.E. – INCLUSION EUROPE – EDF.
La E.C.C.E. “European Co-operation in Anthroposophical Curative Education and Social Therapy" (www.ecce.eu)
è un'associazione fondata da famiglie di disabili nel 1992 nei Paesi
Bassi, con lo scopo di assicurare a livello europeo la difesa degli
interessi delle persone con handicap mentale; tredici paesi vi sono
rappresentati.
L’E.C.C.E. è partner dell’Inclusion Europe, l’organizzazione europea
che riunisce le associazioni dei portatori di handicap mentale e che le
rappresenta presso l’EDF (European Disability Forum) al Parlamento
europeo.
(1) Le conferenze sono raccolte nel libro “Heilpädagogischer Kurs”
(tradotto in italiano e pubblicato dalla Editrice Antroposofica con il
titolo “Corso di pedagogia curativa”).
(2) Assieme a Rudolf Steiner la dottoressa Ita Wegman pose i
fondamenti della medicina antroposofica e accompagnò molto da vicino gli
sviluppi della pedagogia curativa
(3) Tradotto da “Seelenpflege-bedürftige Kinder” vol. I di Walter
Holtzapfel –Philosophisch-Anthroposophischer Verlag, Goetheanum,
Dornach/Schweiz 1982
(4) Camphill è una comunità nella quale i valori, la condivisione, il
nutrimento dell’anima, il riconoscimento delle qualità di ognuno e
l’unicità di ogni singolo vengono valorizzati nell’anelito di perseguire
un rinnovamento sociale fondato sull’antroposofia. Nelle comunità
Camphill la vita quotidiana è condivisa con bambini, giovani e adulti
con disabilità secondo criteri terapeutici e individualizzati. Ci sono
più di 100 comunità Camphill in oltre 20 paesi non solo in Europa, ma
anche in Nord America, Sud Africa e India (www.camphill.org).
(5) “Alcuni aspetti della pedagogia curativa moderna” Karl König in “Die Therapiewoche” - Karlsruhe. settembre 1958
(6) Sede operativa: Via Giacomini 26, 21051 ARCISATE (Varese)