Medicina antroposofica
Arteterapia Manifesto - da cinabro
PREMESSA
L’esercizio dell’arte e non soltanto il consumo passivo è una attività
che di per sé favorisce lo sviluppo armonico dell’essere umano, mettendo
in equilibrio l’istinto e la ragione, cioè la componente fisica e la
componente spirituale. Per arteterapeuti si intendono qui quelle figure
professionali che utilizzano gli strumenti delle arti figurative della
pittura, della scultura e della grafica, quelle recitative dell’arte
della parola e del teatro e quelle musicali, musicoterapia e
cantoterapia per favorire il sostegno terapeutico individuale e sociale.
Collaborazione fra professionalità artistica e medicina Antroposofica
Gli arteterapeuti antroposofii utilizzano principalmente strumenti
che valorizzano le loro professionalità artistiche e si preoccupano che
la salute dei propri clienti sia sotto la responsabilità di personale
medico qualificato. “La medicina antroposofica è in grado di garantire
un approccio terapeutico integrato nell’ambito della medicina di base e
specialistica. Inoltre, essa offre originali e consolidati impulsi
medico-pedagogici, sia preventivi, sia terapeutici e viene praticata in
ambito socio-ambientale e nel sostegno ai malati terminali”. Questi
principi contenuti nel Manifesto della Medicina Antroposofica
riallacciano le prassi operative in un sistema medico-terapeutico di
collaborazione fra operatori medici e non medici, tra i quali gli
arteterapeuti. Tali modalità si appoggiano sull’esperienza europea che è
andata consolidandosi negli ultimi cinquant’anni, partendo dall’impulso
antropologico dato da Rudolf Steiner e sviluppandosi in una vasta
esperienza clinica maturata in strutture sanitarie pubbliche e private,
soprattutto in paesi come la Germania, la Svizzera e l’Olanda.
Dignità del paziente e codice deontologico.
Gli arteterapeuti si attengono a precise regole etiche, che mirano al
rispetto della dignità e della libertà del cliente, ai suoi diritti e
al suo benessere. Queste regole etiche sono dettagliatamente riportate
nel codice deontologico degli arte terapeuti antroposofi, riuniti
nell’associazione Arte.A., che ha collaborato alla redazione del
Manifesto della Medicina Antroposofica in Italia.
PRINCIPI
Esperienza del processo artistico come fattore terapeutico.
Il centro della prassi operativa degli arteterapeuti è il processo
artistico stesso. Nell’osservazione e nella percezione del processo
artistico messo in atto dall’ utente, l’arteterapeuta esercita una
oggettiva neutralità seguendo l’approccio tipico della Fenomenologica
Goetheanistica, posta da Rudolf Steiner quale fondamento scientifico
atto ad indagare il vivente nell’epoca attuale. L’arteterapeuta non
analizza e non interpreta un elaborato, ma si avvale di una conoscenza
approfondita degli elementi artistici, tale da poter percepire l’uso che
l’utente ne fa durante il processo artistico. Proprio questa esercitata
capacità di osservazione permette di stabilire una relazione fra ciò
che si evince dal processo artistico, dalla peculiarità del disagio
manifestato e dalla struttura sia fisica, che psichica dell’ utente,
ossia il rapporto che intercorre fra i suoi arti costitutivi, così come
sono intesi nell’antropologia steineriana. Agendo attraverso il processo
artistico, l’arteterapeuta è in grado di portare, verso una certa
consapevolezza un’esperienza interiore, la mancanza della quale o
l’eccesso della quale ha provocato l’instaurarsi del disagio. La terapia
avviene nell’uso stesso degli elementi del processo artistico, senza
che vi sia necessariamente un passaggio al piano analitico-cognitivo, in
quanto non è nell’interpretazione verbale di un elaborato che consiste
l’arteterapia antroposofica, ma nella cura e nell’esercizio di un
specifico processo creativo, per il tempo necessario a far divenire quel
processo un esperienza animica.
Terapia in uno spazio protetto.
L’arteterapeuta, affermando la necessità della cura del “come”, si fa
carico di allestire uno spazio all’interno del quale il cliente possa
sperimentare, esercitare e dedicarsi ad un agire improntato sulla
qualità, contrapponendosi alla quotidiana impostazione finalistica.
Rilevante è l’attenzione del terapeuta alle modalità dell’operare ed
all’attenzione dedicata al Processo in corso. In tale ambito si
costruisce la possibilità che la malattia si integri più profondamente
nel contesto biografico individuale del cliente, permettendogli,
attraverso una assunzione di responsabilità, di modificarne
l’evoluzione.