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Quando il movimento antroposofico
minacciò di perdersi in tanti gruppi separati
poiché il contenuto centrale dell'antroposofia non
veniva abbastanza approfondito, Rudolf Steiner
individuò una sola via di uscita: la
«madre», I'antroposofia, doveva diventare
un'organizzazione sul piano fisico, per far fluire i suoi
impulsi nei movimenti affiliati e per rivelarsi nella sua
realtà spirituale, cioè come fonte ispiratrice
di tutte quelle attività esteriori. Così, per
poter essere all'altezza dei compiti futuri fu necessario
fondare di nuovo la Società Antroposofica.
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1. Il Convegno di Natale
1923
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A Natale del 1923, ottocento membri
venuti da ogni paese si riunirono a Dornach nell'angusto
locale della falegnameria. Essi costituirono, con la loro
presenza, il nucleo della «Società Antroposofica
Universale», la cui «prima pietra» fu posta
da Rudolf Steiner il mattino stesso di Natale. Con
quell'atto penetrò nei cuori dei presenti un
contenuto spirituale che, nella maniera più libera,
li avrebbe uniti per sempre.
Ciò che essi sperimentarono fu espresso dal poeta
svizzero Albert Steffen con le seguenti parole: «Quanti
vi hanno partecipato sono profondamente certi che la morte
non può impedire la realizzazione di questa
mèta, ma che essa continua al di là della vita
e della morte».
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2. 'Posa della prima pietra'
della Società Antroposofica Universale
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Considerata come fenomeno sociale,
questa nuova comunità ha qualcosa del tutto
particolare nella sua impostazione. Da essa deve essere
escluso ogni elemento burocratico o esageratamente
amministrativo. Conformemente al contenuto spirituale che si
è riversato in essa, la Società Antroposofica
Universale deve essere un'istituzione in cui domini
l'elemento umano puro, dove l'«importante»
è il rapporto tra uomo e uomo. Perciò essa non
può avere statuti con programmi, o obblighi
restrittivi. I suoi principi devono essere, secondo
l'espressione di Rudolf Steiner stesso, una
«descrizione di fatti reali, che si evolvono come un
essere vivente». La Società Antroposofica
Universale è una istituzione che apre le proprie
porte a tutti, «senza distinzione di
nazionalità, di ceto, di religione, di concezione
artistica o scientifica». È sufficiente
«considerare giustificata l'esistenza di una
istituzione come il Goetheanum di Dornach quale Libera
Università di Scienza dello Spirito» (par. 4 dei
principi). La qualità di membro non comporta altri
obblighi di quelli che si assumono con se stessi.
La Società Antroposofica Universale, nonostante il
suo carattere aperto, è una comunità dove
ciascuno può cercare ciò che gli sta
maggiormente a cuore. Nell'incontro con chi ha le medesime
aspirazioni si può vedere l'antroposofia non solo
come un «insegnamento» ma come Rudolf Steiner la
descrisse una volta: un essere vivente che
batte alla porta di ogni cuore umano e dice: «fammi
entrare perché io sono te; perché io sono
quanto di veramente umano è in te». Il lavoro
antroposofico, in seno alla Società, deve far trovare
a ciascuno l'antroposofia negli altri e in se stesso.
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3. La Libera
Università di Scienza dello Spirito
4. Le Sezioni della
Università
5. La presidenza
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Un elemento fondamentale della
Società Antroposofica Universale è quello che
risulta dal paragrafo 5 dei principi: «La
Società Antroposofica riconosce come centro della sua
attività la Libera Università di Scienza dello
Spirito in Dornach. Essa consterà di tre classi a cui
potranno, a richiesta, essere ammessi i membri della Societa
dopo un periodo che verrà stabilito dalla direzione
del Goetheanum». Il paragrafo 9 esprime il rapporto tra
la Società e la Libera Università: «Scopo
della Società Antroposofica sarà il favorire
l'indagine spirituale; scopo della Libera Università
sarà l'indagine stessa».
Colui che entra nella Libera Università prende su di
sé la responsabilità «di essere un vero
rappresentante dell'antroposofia di fronte al mondo».
Le diverse attività scientifiche e artistiche della
Libera Università furono ordinate in Sezioni. Dal
carattere di questa nuova comunità risultò
chiaro che la sua presidenza non poteva essere il solito
consiglio di amministrazione. Ciò che Rudolf Steiner
desiderava era «una presidenza capace di iniziative,
intesa a dare impulsi e consigli e a porre il massimo valore
sull'elemento personale umano fino nei minimi
dettagli». A questo fine ne assunse lui stesso la
presidenza e la direzione della Sezione di Antroposofia
Generale. (Nella società fondata nel 1913 egli non fu
nemmeno &endash;per essere esatti&endash; socio della
stessa. Steiner vi era consigliere e maestro
spirituale.)
Al suo fianco, cinque spiccate personalità
costituirono il corpo della presidenza: il poeta svizzero
Albert Steffen, che assunse la direzione
della Sezione per le «Belle Scienze» (Schöne
Wissenschaften); la signora Marie Steiner, direttrice della
Sezione per le Arti della Parola e della Musica; la
dottoressa olandese Ita Wegman, per la Sezione Medica; la
dottoressa Elisabeth Vreede, pure olandese, direttrice della
Sezione Matematico-Astronomica; il dott. Guenther Wachsmuth,
tedesco, per la Sezione di Scienze Naturali.
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6. L'opera di Rudolf Steiner
nel 1924
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Con la chiusura del Convegno di
Natale, I'opera terrena di Rudolf Steiner raggiunse,
nell'anno 1924, una straordinaria culminazione. In
quell'anno egli continuò tutte le sue precedenti
attività. Il numero delle manifestazioni
aumentò ancora; anche per i movimenti affiliati.
Rudolf Steiner tenne corsi di agricoltura, di pedagogia
curativa, corsi speciali per medici, maestri, euritmisti,
attori e sacerdoti della Comunità Cristiana.
Così, nel mezzo di una continua, intensa
attività, aveva cominciato a realizzare quanto si era
proposto con il Convegno di Natale.
Come egli aveva promesso, la sua azione come presidente
mostrò sempre l'elemento umano immediato; anche nei
minimi dettagli, come, per fare un esempio concreto, quando
Rudolf Steiner firmò personalmente le migliaia di
tessere di socio che furono rilasciate dopo il Convegno di
Natale.
Le sue attività di conferenziere ricevettero una
nuova forza; imponenti, inaspettate conoscenze vennero
sempre più alla luce. Una spiritualità
trasfigurata si manifestava attraverso il suo essere.
Rudolf Steiner racconta che allora poté esprimere
cose di cui non avrebbe potuto parlare prima. Egli
parlò ancora più concretamente sulle ripetute
vite terrene dell'uomo. Nelle «Conferenze
sul Karma» il suo sguardo si
posò sulle più segrete forze evolutive della
storia: mostrò come le successive incarnazioni di
alcune importanti personalità storiche, abbiano
notevolmente influenzato la storia o come esse siano state
in rapporto con l'evoluzione del I'umanità.
Inoltre cominciò a tenere, per i soci
della prima classe, un insegnamento che aveva per scopo una
più profonda disciplina interiore. Fu così che
l'insegnamento superiore ricevette il carattere che ha
mantenuto fino ad oggi. Il silenzioso consolidarsi della
vita antroposofica si svolse tra movimentati avvenimenti
esteriori ed interiori.
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7.
Culmine delle sue attività Settembre 1924
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Nel 1924 Rudolf Steiner creò il
bozzetto per il secondo Goetheanum e dovette sostenere una
energica lotta per avere dalle autorità locali il
permesso di costruire.
Intraprese anche lunghi viaggi all'estero tra cui uno in
Inghilterra. Ovunque egli arrivasse trovava ad attenderlo
comitati di ricevimento, reporters, comitive, sedute e
incontri con personalità di primo piano; naturalmente
anche attacchi da una parte della stampa. Tutto questo
tumulto lo preoccupava ben poco, tutt'al più lo
stancava. Ma non si lamentò mai, poiché aveva
accettato tutte le conseguenze che avrebbero potuto derivare
dai suoi viaggi.
Nel settembre 1924 la sua attivita raggiunse il culmine.
Tornato a Dornach, giorno per giorno vi tenne serie di
conferenze: un corso per teologi (I'Apocalisse di Giovanni),
un altro per sacerdoti e medici (la medicina pastorale), un
terzo per attori (I'arte della parola e l'arte
drammatica).
Due volte alla settimana parlava agli operai
e agli artigiani che lavoravano per il Goetheanum. Per i
soci teneva ogni sera nuove «conferenze sul
Karma».
Sembrava che la necessità di donare ancora e sempre
di più, si fosse talmente accresciuta da fargli
varcare i limiti concessi alla resistenza fisica di un uomo.
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8. Sguardo d'insieme
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Gettiamo ora un'occhiata su quello che
fu il suo lavoro durante l'ultima parte della sua vita. Nel
corso degli anni lo Steiner si era sottoposto ad uno sforzo
sempre più grave. Ogni nuovo movimento affiliato gli
portava sempre più responsabilità e un maggior
lavoro. Sembra che per lunghi periodi non abbia dormito che
per qualche momento; non risparmiava la sua salute quando
ciò si rendeva necessario.
Durante i vent'anni in cui esercitò la sua
attività di conferenziere, non disdisse mai una sola
conferenza. Un giorno salì sul podio affetto da
pleurite.
In parte, è possibile contare la sua opera: una
ventina di libri scritti dall'inizio del secolo, più
un grande numero di scritti e articoli.
Le conferenze e i discorsi ammontano a circa 6.000. Le
riunioni cui dovette presiedere sono innumerevoli.
Oltre a questi lavori abituali, Rudolf Steiner ne sostenne
un altro di cui è impossibile stabilire la misura: le
conversazioni private. Si andava a visitarlo in ogni
circostanza e ad ogni ora, e non solamente di giorno.
Terminato il compito quotidiano, finita la conferenza
serale, quando egli si accingeva al lavoro notturno, lo si
attendeva ancora all'uscita per interrogarlo su problemi
suscitati dalla sua conferenza. Nel 1922, per l'intera
durata del Congresso di Vienna, si faceva la coda, giorno e
notte, dalla hall dell'albergo dove abitava sino ai corridoi
con la speranza di essere ricevuti. Si trattasse di una
questione importante o di una cosa meramente personale
(spesso anche meschina) quanti veramente desideravano
avvicinarlo riuscirono ad avere un colloquio e ad avere suoi
consigli. Non mancavano gli indiscreti che rubavano il tempo
che a loro piaceva. Se si trattava di cose serie, Rudolf
Steiner si prodigava interamente nella conversazione:
ascoltava attentamente e si immedesimava nell'interlocutore;
si può veramente dire che prendesse su di sé
il destino della persona che gli stava
davanti. Questo risultava chiaramente dalle sue risposte che
mostravano quanto profondamente egli fosse penetrato col suo
sguardo nell'intimo dell'altra personalità. Dovette
così portare in sé, non soltanto cose
piacevoli, ma anche pesanti sofferenze e angosciosi
problemi. A ciò si aggiungevano gli attacchi
incessanti che gli provenivano da avversari noti e nascosti.
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9. La malattia
10. «La mia vita»
«Massime»
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Tutto questo lo rese malato.
Ai primi del 1924 soffriva già di una grave malattia
che, tra le altre conseguenze, affievolì le sue
funzioni di assimilazione. Il male si aggravò
rapidamente.
Proprio nel settembre, quando il suo insegnamento raggiunse
il più alto livello, la gente accorse ancora in
maggior numero per chiedere il suo aiuto. Durante le tre
settimane in cui tenne in media quattro conferenze al
giorno, il portiere (come Marie Steiner racconterà)
contò 400 visite private.
Fu Rudolf Steiner stesso a dire che le sue energie potevano
far fronte ai compiti che egli si era proposto, ma non a
quanto gli veniva richiesto da altri, cioè i colloqui
privati. Questi, più che altro, contribuirono a
minargli la salute.
Il 28 settembre tenne la sua ultima conferenza. Dopo, non
poté più lasciare il letto. Tutte le
testimonianze sono concordi nell'affermare che Rudolf
Steiner, durante questa lotta sostenuta per anni contro la
spossatezza che minacciava di sopraffarlo, mantenne sempre,
sino nelle minime circostanze, un equilibrio completo e un
signorile senso dell'umorismo. Il periodo di questa ultima
malattia non lo trascorse in Dornach nella casa dove
abitava, ma nel suo modesto studio, accanto al
Goetheanum.
Non potendo più agire con la parola, continuò
la sua opera con la penna. La sua corrispondenza raggiunse
notevoli proporzioni; inoltre leggeva molti libri e ne
scriveva lui stesso. Una gran parte della sua autobiografia
(«La mia vita») e la sua ultima esposizione
antroposofica («Massime»),
che rappresentano opere fondamentali, furono scritte in quel
periodo. «La
mia vita» ci fa conoscere non
soltanto la vita dell'autore, bensì quella di tutta
un'epoca; I'altra ci schiude vaste prospettive sulla
conoscenza antroposofica dell'uomo e del cosmo.
Mentre le forze di Rudolf Steiner diminuivano
inesorabilmente, accanto a lui si potevano udire i rumori
dei martelli e delle macchine che provenivano dal cantiere.
La costruzione del secondo Goetheanum era già
iniziata.
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11. La morte di Rudolf
steiner
12. I cicli di
conferenze
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Ai piedi della statua del Cristo che
egli stesso aveva scolpito, Rudolf Steiner spirò il
30 marzo 1925.
Possiamo dire senza esagerazione che l'opera da lui
lasciata, sia nel genere che nella quantità, non ha
uguali nella storia dell'occidente. Al momento della sua
morte, due elementi essenziali della sua opera, che solo piu
tardi dovevano rivelarsi in tutta la loro ricchezza, erano
ancora poco conosciuti: i suoi cicli di conferenze e il
bozzetto del secondo Goetheanum.
Ne parleremo ora brevemente.
Rudolf Steiner voleva, fin da principio, che le sue
conferenze venissero ascoltate, non lette. Ogni conferenza
si dirigeva a un determinato pubblico fornito di un
particolare grado di conoscenza: era tenuta in circostanze
precise, in un determinato luogo.
Non era raro il caso che Rudolf Steiner si dirigesse
particolarmente ad uno o due ascoltatori, di cui voleva
particolarmente considerare i problemi o il destino. Da
tutto questo dipendevano in massima parte la tematica, lo
stile, il tono delle sue conferenze.
Tuttavia, i soci che non avevano potuto udire le sue
conferenze avevano il vivo desiderio di conoscerne il
contenuto. Perciò cominciarono a circolare appunti.
Si scoprì che essi contenevano non di rado gravi
errori: allora si ricorse alla stenografia. I testi furono
stampati con la riserva: «solo per i soci».
Steiner non aveva tempo di rivederli prima della stampa,
meno ancora per riempirne le lacune. Dopo la prima guerra
mondiale, quando il pubblico cominciò ad interessarsi
sempre piu dell'antroposofia, capitò spesso che copie
delle conferenze riservate ai membri fossero lette da
persone che non appartenevano alla Società. Questo
causò spesso equivoci e polemiche pubbliche.
Conforme al nuovo carattere della Società
Antroposofica Universale, Rudolf Steiner si risolse ad un
passo ardito ma necessario: autorizzò la stampa dei
cicli di conferenze sino allora tenute, prendendo una sola
misura per proteggere i testi contro qualsiasi giudizio
erroneo. Stabilì che ogni esemplare fosse munito
della seguente nota: «Manoscritto stampato per i membri
della Libera Università di Scienza dello Spirito
(Goetheanum). Nessuno può esprimere un giudizio
competente su questa opera se non avrà acquisito una
preliminare conoscenza degli insegnamenti impartiti in
questa Università, sia direttamente, sia in maniera
da essa approvata. Gli autori non intendono
accettare alcuna discussione sui giudizi che potrebbero
venire emessi sull'opera stessa».
L'intenzione di Rudolf Steiner fu che da allora tutta la sua
opera venisse edita tramite la Casa Editrice
Filosofico-antroposofica che, nel 1924, fu annessa alla
Società.
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13. Il secondo
Goetheanum
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In occasione del Convegno di Natale
1923, Rudolf Steiner fu in grado di compiere un altro passo.
Per la prima volta i soci appresero dei particolari
sull'idea del secondo Goetheanum.
Questo nuovo edificio doveva essere come un ricordo del
primo Goetheanum; però, visto l'ampliamento del
lavoro antroposofico, doveva anche avere maggiori
dimensioni. La forma doveva corrispondere al materiale
impiegato: il cemento armato.
Dopo un anno, il modello delle forme esterne era pronto. Un
grande gesto accompagna l'edificio da est verso ovest, con
forme prima raccolte, che sempre più si articolano in
un ricco linguaggio di superfici concave e convesse.
La malattia gli rese impossibile curarne i dettagli, ma dal
suo letto poté dare consigli e indicazioni agli
architetti.
L'edificio era stato iniziato nella primavera del 1925. Al
momento della morte di Rudolf Steiner c'erano soltanto le
fondamenta. Presto si levarono le intelaiature per le
complicate forme di cemento. Nel 1928, dopo quattro anni di
lavoro, la costruzione era così avanzata che
poté già essere in gran parte utilizzata.
Negli anni che seguirono, il
lavoro fu continuato.
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14. A
continuazione dell'opera di Rudolf Steiner
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Il lettore che ha seguito quanto
è stato esposto finora potrà domandarsi: dove
sono oggi i discepoli di Rudolf Steiner, e che cosa
fanno?
Sia nell'ambito della Società Antroposofica
Universale che per il pubblico il Goetheanum è
considerato tuttora il centro del lavoro antroposofico come
Rudolf Steiner aveva desiderato.
Ogni anno il Goetheanum è mèta di migliaia di
persone che vengono per partecipare a manifestazioni
artistiche e scientifiche, per approfittare delle
possibilità di studio offerte dalle diverse sezioni
dell'Universita, oppure solo per visitare l'edificio.
In Germania, dopo la seconda guerra mondiale, il lavoro
antroposofico è rifiorito velocemente;
un'attività particolarmente intensa si svolge a
Stoccarda, dove molti movimenti affiliati hanno costruito le
loro sedi e hanno edificato una «Casa Rudolf
Steiner» come centro di cultura.
Importanti centri di attività antroposofica si
trovano in altre nazioni europee e negli Stati Uniti
d'America. Nella maggior parte delle nazioni civili, dove un
lavoro antroposofico pubblico è reso possibile,
esistono «Società di paese» affiliate alla
Società Antroposofica Universale.
È possibile trovare discepoli di Rudolf Steiner in
quasi tutto il mondo.
Sia che essi studino, pensino, indaghino oppure meditino,
sia che pratichino l'arte della parola, I'arte drammatica o
l'euritmia; siano essi poeti, musicisti, compositori,
pittori, intagliatori, scultori o architetti; siano essi
attivi in campo pedagogico, medico, sperimentale, oppure
siano essi agricoltori: tutti sono uniti da una profonda
riconoscenza verso il loro maestro. Poiché è
stato lui a preparare instancabilmente quella via, lunga e
difficile, che dalla sfera limitata della coscienza comune
porta oltre, nelle alte regioni della conoscenza spirituale.
Con i fatti ha mostrato che in quelle regioni risiedono, per
chi le raggiunge, inesauribili fonti creative. Nel costante,
giornaliero sforzo per raggiungere questa mèta, i
continuatori della sua opera hanno scoperto il vero senso
della vita.
FINE
Per approfondimenti, leggere:
"La mia vita" di Rudolf Steiner, Editrice Antroposofica
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