Rudolf Steiner, vita
Il testo che segue è tratto dal libro: Rudolf Steiner e l'Antroposofia
(testo di Frans Carlgren, traduzione di Mario Betti) Ed. Goetheanum,
Libera Università di Scienza dello spirito, Dornach/Svizzera
PRIMO PERIODO 1861-1889
Rudolf Steiner descrive nella sua autobiografia come, durante questo periodo, il destino gli donasse ciò di cui aveva bisogno per il suo sviluppo. Egli era in grado di eseguire spontaneamente, per impulso proprio, quanto la vita gli richiedeva. |
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1. L'nfanzia |
Rudolf Steiner, figlio di un impiegato delle Ferrovie Meridionali Austriache, nacque il 27 febbraio 1861 a Kraljevec, presso la frontiera austro-ungarica. Nonostante molti trasferimenti, I'ambiente immediato della sua infanzia rimase sempre lo stesso: I'edificio di una stazione con i relativi binari. La paga del padre era bassa, e i bambini dovevano contribuire al mantenimento della famiglia aiutando nelle faccende domestiche, nei lavori di giardinaggio, e sul campo di patate. Il piccolo Rudolf partecipava attivamente anche alla vita della stazione. Imparò presto a telegrafare. Crebbe così in un ambiente che stimolava alla prontezza e all'abilita nella vita pratica. I dintorni erano ameni e nello stesso tempo maestosi: prati e boschi nelle vicinanze, e in lontananza le cime nevose delle Alpi. I rapporti giornalieri con i semplici e bonari abitanti del luogo, il crescere immediato in un vigoroso dialetto ed il vivere intensamente la vita della natura nei ritmi dei giorni e delle stagioni, contribuì a risvegliare nel fanciullo una forte anima e un'attiva ricettività interiore. |
2. L'esperienza decisiva |
Steiner aveva circa sette anni, quando, come lui stesso racconterà più tardi, ebbe una esperienza decisiva. Gli si avvicinarono le prime sottili impressioni di un mondo che non è quello terreno, che però si può «udire» e «vedere» anche se con occhi ed orecchi diversi da quelli «fisici». Da questo momento in poi il fanciullo fu a contatto non soltanto con gli alberi e le pietre, ma anche con gli esseri spirituali celati dietro ad essi, che a lui si rivelavano, non su un piano fisico, ma in uno «spazio animico interiore». Il piccolo sentiva che simili cose non sarebbero state comprese dal suo ambiente e seppe non farne parola ad alcuno. |
3. A scuola |
Rudolf Steiner trascorre quasi
trasognato i primi anni di scuola, mentre le lezioni lo
interessano appena. |
4. Estate 1879 - l'esame 5. Importanti incontri |
Nell'estate 1879, superò
l'esame di maturità con lode. |
6. Autunno 1879 - studente all'Istituto Tecnico Superiore di Vienna |
Nell'autunno 1879 Steiner si iscrive
all'lstituto Tecnico Superiore di Vienna dove
studierà, fra l'altro, biologia, chimica e fisica.
Specialmente quest'ultima materia influenzerà
profondamente la sua evoluzione interiore, e, nello stesso
tempo, lo porrà di fronte a difficili enigmi. |
7. Studi goethiani |
Steiner non riusciva a trovare un ponte tra le scienze naturali, come venivano insegnate nelle università, e la visione spirituale che sperimentava nell'intimo della sua anima. Attraverso Karl Julius Schröer, suo professore di storia della letteratura, ebbe occasione di conoscere, per la prima volta, Goethe come poeta. Grazie ai precedenti studi di ottica, botanica e anatomia, effettuati durante il tempo libero, arrivò anche a «scoprire» Goethe come scienziato. A poco a poco crebbe in lui la convinzione che la scienza moderna, negatrice dello spirito, può solamente afferrare ciò che nella natura è morto; mai l'elemento vitale. Egli vide anche come Goethe, nei suoi scritti scientifici, avesse mostrato una via all'indagine dell'organico e quindi anche un ponte tra la natura e lo spirito. Avrebbe trattato volentieri un qualsiasi argomento scientifico nel senso di Goethe. Ma la vita gliene negava il tempo. Rudolf Steiner era un povero studente che si doveva mantenere con lezioni private. |
8. Collaborazione all'edizione nazionale delle opere scientifiche di Goethe |
Nel 1885, da parte del Prof. J. Kürschner, lo raggiunse l'invito a curare l'edizione delle opere scientifiche di Goethe per la «Letteratura Nazionale Tedesca». Era stato lo Schröer a raccomandare il ventiduenne Steiner per questo vasto compito. L'invito offrì la possibilità al giovane studente di approfondire notevolmente i suoi studi scientifici. Tuttavia dovette proseguire nel suo lavoro pedagogico per guadagnarsi da vivere. |
9. La sua attività di educatore |
Nel 1884, terminati gli studi, occupò un posto di educatore presso una famiglia di commercianti viennesi. Il suo allievo, che era affetto da idrocefalia, aveva dieci anni, ed era talmente ritardato nel suo sviluppo intellettuale che si dubitava seriamente di poterlo educare. Attraverso un lavoro pieno di dedizione, Rudolf Steiner lo porto così avanti che il ragazzo poté essere accettato al ginnasio, tra compagni della sua stessa età. Diventò poi medico e cadde nella prima guerra mondiale. Dopo aver portato a termine con successo questo delicato e veramente difficile compito, che era durato sei anni, Steiner fu in grado di porre le basi di quella antropologia pratica che sempre di nuovo troveremo nella sua opera (quando ad esempio, creerà una nuova pedagogia). Così racconta Rudolf Steiner: «Allora feci i miei veri e propri studi di fisiologia e di psicologia». |
SECONDO PERIODO 1890-1896
Durante questi anni Rudolf Steiner scoprì che mai il mondo esterno avrebbe potuto dargli quanto egli cercava dal più profondo dell' anima. Dovette imparare attraverso sforzi interiori a raggiungere in sé stesso l'armonia tra «volere» e «dovere». Il tempo dell' infanzia e della giovinezza era ormai finito. |
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1. Collaborazione alla «Sophien-Ausgabe» 2. 1890, trasferimento a Weimar |
Nel 1889 lo raggiunse l'invito a
collaborare alla grande edizione delle opere di Goethe
allora appena iniziata (chiamata edizione della Granduchessa
Sofia). Sempre nel 1889, dopo una lunga visita per stabilire
le premesse del suo lavoro, si trasferì a Weimar come
collaboratore all'archivio goethiano, allora di recente
fondazione. |
3. Principi e scopi delle sue edizioni di Goethe |
La maggior parte degli studiosi
dell'archivio rappresentava, nel suo ufficio, la medesima
concezione di quanti pubblicano opere scientifiche. Per
questi studiosi si trattava esclusivamente di curare un
testo attendibile, di eliminare passaggi errati, di
classificare varianti, ecc. Per Rudolf Steiner tutto
ciò non costituiva che un semplice apparato
preparatorio. Egli voleva, per mezzo di quella edizione
delle opere scientifiche di Goethe, portare un contributo
alle discussioni scientifiche dell'epoca. |
4. Problemi vitali |
In alcuni dei suoi colleghi non
trovò che basso spirito di congrega, mancanza di
più profondi interessi umani generali e, non di rado,
meschinerie che lo ferivano e lo angustiavano. Si accorse
che a Weimar non si voleva rinnovare, bensì
conservare. Lui, che un anno e mezzo prima aveva messo piede
nella città di Goethe con le più grandi
speranze, dovette già scrivere in una lettera del
maggio 1891: «La vita e le attività di Weimar,
la città delle mummie classiche, mi lasciano
indifferente e freddo». |
5. Opere filosofiche |
Così nacquero i suoi scritti
filosofici. |
6. «La filosofia della liberta» |
Attraverso questi lavori lo Steiner si
era preparato, interiormente ed esteriormente, alla sua
principale opera filosofica: «La filosofia della
liberta» (1894). La prima edizione aveva come
sottotitolo: «Risultati di osservazione animica secondo
il metodo delle scienze naturali». Steiner voleva
rendere fertile in campo filosofico l'acutezza di
osservazione della scienza e, a questo fine, ne
cambiò l'orientamento col dirigerla verso il mondo
interiore. Egli mostrò come l'uomo, quando adopera la
forza di pensiero necessaria, riesca a superare, con
l'esatta percezione di idee pure, «libere da ogni
carattere sensoriale», i limiti della conoscenza
imposti dai teorici e a diventare libero cittadino di un
mondo ideale-spirituale. |
7. 'Svolta della vita' - 1896 |
All'età di 35 anni circa, poco
prima della sua partenza da Weimar e indipendentemente da
ogni circostanza esteriore, nella vita di Rudolf Steiner si
verificò un cambiamento decisivo. |
TERZO PERIODO 1897-1902
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Dopo la partenza da Weimar, Rudolf Steiner entrò nel periodo più difficile della sua vita. «Le forze che determinavano il mio destino esteriore non potevano più, come prima, formare una unità con le direttive interiori che risultavano dalle mie esperienze nel mondo spirituale». Le sue aspirazioni cozzavano violentemente contro quanto gli veniva incontro dal mondo esteriore. Negli ultimi anni del secolo incontrerà queste due forze come potenze nemiche. Questo conflitto minacciò seriamente la sua esistenza, sia esteriore che interiore. |
1. Si deve ammutolire? |
Nel corso degli anni novanta Rudolf Steiner ebbe un'esperienza caratteristica per la sua nuova situazione. Un fisico molto conosciuto, che coltivava un grande interesse per la concezione goethiana della natura, gli disse durante una conversazione: «L'idea che Goethe ha dei colori è tale che la fisica non sa che farsene». Steiner racconta che alla fine della conversazione «ammutolì». Allora dovette dirsi spesso che, quanto per lui era Verità, «è tale che il pensiero attuale &endash; non sa che farsene&endash;». «Si deve ammutolire?» |
2. Berlino 1897 3. Difficoltà |
Rudolf Steiner decise «di dire
tutto ciò che fosse possibile dire». Fu
così che, nell'estate del 1897, si stabilì a
Berlino quale editore del «Magazin für
Literatur». Il «Magazin» era una nota rivista
letteraria; ma presto gli causò grandi fastidi. Gli
abbonati erano poco numerosi. Per cercare di aumentarne la
cerchia, bisognava imporsi un'attività utile a quel
fine. E Steiner si inserì nella «Libera
Società di Letteratura». Così, da
scrittore e da conferenziere, entrò in relazione con
giovani scrittori tedeschi, che si riunivano intorno a
personalità ben conosciute, come Otto E. Hartleben,
Frank Wedekind e Paul Scheerbarth. La collaborazione con
costoro gli fu difficile. A quegli artisti di
particolarissima natura, spesso bizzarra, dava l'impressione
di essere un estraneo. Hartleben, che divideva con lui la
direzione del «Magazin», moltiplicava le
difficoltà per le irregolarità
del suo lavoro. |
4. La prova dell'anima |
Ai disagi materiali si unirono per di
più quelle esperienze interiori che da Rudolf Steiner
ne «La mia vita» furono definite «la prova
dell'anima» e descritte con commovente efficacia. |
5. La via di Rudolf Steiner alla conoscenza del Cristo |
Fu in quell'epoca che Steiner
incontrò nel mondo dello spirito quelle potenze
demoniache che dalla conoscenza della natura non vogliono
portare alla visione dello spirito, ma fanno del pensiero un
meccanismo. «Per quelle entità è
assolutamente vero che il mondo è una macchina».
Rudolf Steiner caratterizzerà più tardi questi
esseri come arimanici, come servitori di Arimane. |
6. Attività di conferenziere |
A Berlino, Steiner tenne conferenze d'ogni genere, alcune delle quali nell'Università Popolare fondata da Liebknecht. Presiedé anche alle riunioni di diverse società scientifiche, in particolare a quelle dell'Associazione Giordano Bruno e a quelle di un gruppo di giovani scrittori d'avanguardia, di artisti e di ricercatori, che si erano riuniti sotto l'appellativo: «Die Kommenden». |
7. «Le concezioni del mondo e della vita nel XIX secolo» 8. Conferenze per teosofi 1900-1902 |
Durante tale periodo Steiner scrisse,
fra l'altro, un libro intitolato: «Le concezioni del
mondo e della vita nel XIX secolo». In quel libro
descrive l'evoluzione della filosofia dall'epoca di Goethe e
di Kant sino alla svolta fra il XIX e il XX secolo. |
9. In contrasto con la concezione teosofica del cristianesimo |
Con questa esposizione Steiner si pose in netto contrasto con le consuete dottrine della Società Teosofica che descrivevano il Cristo come «un maestro di saggezza» tra tanti altri (e neanche come il più grande). Tuttavia, proprio dopo questo ciclo di conferenze, e da parte teosofica, fu invitato ad assumere il compito di segretario generale presso la sezione tedesca della Società Teosofica, che stava costituendosi allora. Rudolf Steiner accettò, ma a condizione che la sua azione potesse svilupparsi indipendentemente ed inserirsi in completa libertà nel resto della Società Teosofica. |
10. Ingresso nella Società Teosofica |
Che Steiner abbia acconsentito a
collaborare con la Società Teosofica può
sorprenderci. Le persone a guida della società, come
H. P. Blavatsky e Annie Besant, benché fossero in un
certo senso delle eminenti personalità, avevano
suscitato molta diffidenza nelle cerchie culturali per la
loro attività spiritistica e la maniera
concettualmente poco soddisfacente con cui esponevano i loro
insegnamenti. |
11. Manifestazione pubblica nell'Associazione Giordano Bruno - Ottobre 1902 |
L'8 ottobre 1902, Steiner fece un
passo decisivo in occasione di una conferenza per
l'Associazione Giordano Bruno. Dichiarò apertamente,
per la prima volta, quale sarebbe stato lo scopo di tutta la
sua attività futura: «trovare nuovi metodi per
lo studio dell'anima su base scientifica». Egli
chiamò espressamente questo tentativo come
«teosofico» non nel senso orientale, ma nel senso
di un impulso culturale occidentale. |
12. Teosofia e Antroposofia |
A partire da quel momento la biografia
di Rudolf Steiner è inseparabilmente unita
all'impulso spirituale che allora chiamò spesso
«teosofia», ma che ben presto denominerà
«antroposofia» (dal greco «anthropos»,
uomo, e «sophia» saggezza). Questa definizione
voleva significare una forte e più ampia coscienza
interiore, grazie alla quale l'uomo può sperimentare
se stesso come cittadino di due mondi. A tale definizione
aggiunse le parole: «è la coscienza della
propria umanità». |