Questo volume é costituito dalla narrazione a più voci della parabola che descrive le vicende e i protagonisti di una grande impresa multinazionale italiana, la Olivetti, nelle sue trasformazioni di prodotti, di mercati, di strategie e strutture, ma anche negli avvicendamenti di proprietà e controllo, stile di direzione e di relazioni idustriali, di culture aziendali.
Olivetti infatti é un'impresa che nel corso del Novecento si inserisce in diversi mercati internazionali e muta molte pelli: dalla meccanica di precisione (che l'aveva connotata fin alla sua origine nel 1908) all'elettromeccanica tra gli anni quaranta e gli anni sessanta, dall'elettronica all'informatica tra gli anni sessanta e gli anni settanta, dalla tecnologia dell'informazione a quella delle telecomunicazioni tra gli anni ottanta e gli anni novanta.
Come recita il titolo, qui si parla di uomini e si parla di lavoro/ si parla più precisamente del senso che questi uomini hanno potuto trovare nel lavoro e nella disciplina del lavoro industriale. Per questo il focus delle interviste che costituiscono il volume si concentra sulla politica del personale che ha caratterizzato la grande stagione (e la grande eccezione) della Olivetti: una politica del personale che puntava alla gestione e allo sviluppo delle persone più che a preoccuparsi delle tecnicalità e degli specialismi della funzione oggi chiamata "risorse umane".
Il libro può collocarsi in una cornice più ampia della sola vicenda aziendale, poiché attraverso essa si può leggere sia il passaggio dell'impresa dalla forma funzionale e unitaria alla forma divisionale, sia il passaggio del capitalismo globale dalla forma tecnocratica alla forma proprietaria.