I racconti di Roald Dahl sono perfetti meccanismi narrativi, piccole bombe che esplodono immancabilmente in finali sorprendenti e spiazzanti.
«A chi piace lo humour inglese? Penso a molti. Allora non esitino a leggere queste "Storie impreviste", in cui agiscono nel modo, appunto, più imprevisto nefande consorti, avidi pastori protestanti, nevropatiche oziose, signorine offese, mariti gelosi che allora ricorrono a vendette e intrighi così straordinari che il lettore non può mai smettere di leggere» – Camilla Cederna
Il punto di partenza dei racconti di Roald Dahl è la normalità: incontri occasionali, piccole scommesse, gesti comuni che proseguono per una decina di pagine attraverso ambienti, personaggi, situazioni in sé gustose, ma apparentemente scontate.
Ed ecco, nell'ultima pagina, nell'ultima frase, spesso addirittura nell'ultima riga, il ribaltamento, l'irrisione, la beffa e soprattutto l'imprevisto: che puntualmente riesce a strappare al lettore una risata amara, crudele, ma proprio per questo liberatoria.