Dopo molti anni un emigrante ritorna a Pasidonia, città immaginaria del Meridione d’Italia.
Il casuale rinvenimento delle spoglie di un Duca, vittima di una congiura avvenuta secoli prima, lo coinvolge in una serie di straordinarie vicende attraverso le quali ritroverà l’amore e la speranza di riscattare, insieme ai suoi concittadini, le virtù civili e morali soffocate dal gioco materialistico voluto dai tempi.
Fulvio Di Lieto. Nato a Minori sulla costiera amalfitana, ha pubblicato libri di narrativa e poesia. Ha vinto il «Gran premio Città di Roma» per la narrativa (Terrone doc) e per la poesia (Soltanto il cuore), i premi «Nazareno» di Roma, «Città di Palestrina» (La musica dentro), «L’Emigrazione» di Pratola Peligna (La predica), «Il Setaccio» di Montecatini (Il tempo del loto), «Accademia dei Parmenidei» di Ascea (Terra in cielo), «Sant’Eligio» di Bari. Vive attualmente a Roma, dove dirige il periodico L’Archetipo.
RECENSIONE:
"Rassegna n. 23/24 del Centro di Cultura e Storia Amalfitana"
Ritorno a Pasidonia è una "favola per grandi", ben pensata, ben strutturata, ben scritta, avvincente, convincente: una fitta trama di simboli e di precise "istruzioni" che mirano alla liberazione e alla presa di coscienza individuale in una riuscita metafora proiettata nell’ambiente e nella storia della Costiera Amalfitana.
La finzione si basa sulla profonda conoscenza dei luoghi e dei valori corrispondenti, reali o in potenza, e la Costiera diviene "vaso d’elezione" per un percorso iniziatico aperto a chiunque abbia la forza e la modestia di ascoltare "il fuori e il dentro". Con mano assai felice, l’autore conduce i protagonisti lungo una vicenda appassionata e appassionante, originale ma anche intrisa di tópoi letterari che strumentalmente avvicinano l’opera al lettore dando forza alla comprensione del "pensiero nascosto".
Senza mai perdere di vista la totalità dell’opera e senza cedere al mero piacere narrativo, con squisita sensibilità artistica il Di Lieto trasmette la sua capacità di cogliere il senso più intimo dei colori, degli odori, dei suoni, degli umori e delle parole.
È un libro per tutti, e assolutamente non si tratta di letteratura localistica, il riferimento è infatti la grande tradizione favolistica popolare europea che come viene chiaramente detto da Marina Sagramora nella Prefazione, mira al riscatto e al recupero dell’armonia perduta attraverso misteri, intrighi, l’insidia dei malvagi e la caduta dell’eroe.
Alla luce di ciò, sono proprio i lettori della Costiera i più "svantaggiati", in quanto il compiacimento campanilistico derivato dal riconoscimento di luoghi e circostanze può causare il totale fraintendimento dell’opera. [...]
Ritorno a Pasidonia è un’opera letteraria che tende una mano amica a quanti si interrogano sul proprio malessere quotidiano, in Costiera e altrove, proponendo una soluzione per niente artificiosa o distante dalla portata di ognuno di noi: ritrovare la bussola della vera e forte identità e riscattare le virtù civili e morali soffocate dal gioco materialistico dei tempi, mediante la riconquista del sogno, vissuto come ideale comune di patria, e dell’arte, unico mezzo di redenzione nei confronti del cinismo e dell’indifferenza che hanno condotto il mondo e l’umanità all’attuale barbarica condizione. (Antonio Porpora Anastasio)