PREMESSA
Nel corso della mia pratica medica ambulatoriale (con sporadiche puntate in ambito ospedaliero e domiciliare) ho colto più volte, durante gli incontri con i pazienti, la richiesta di approfondire una serie di tematiche che di volta in volta potevano essere ricondotti ai tre nodi essenziali con cui ogni medico si confronta: salute - malattia - guarigione.
"Come posso vincere la mia rabbia?"; "Come funzionano i medicinali omeopatici?"; "Da dove viene il mio mal di testa?"; "come agiscono i miei pensieri nella formazione del tumore al polmone?"; "quale svolta si nasconde dietro la poliomelite che ho contratto a dieci anni?": sono solo alcune delle domande che si sono depositate per anni nel caleidoscopio della mia anima; domande sospese su un filo, percorso a volte frettolosamente a volte meditatamente dalla sintetica risposta che il caso richiedeva.
Ho sentito sempre più viva la necessità di dare uno spazio più ampio alle richieste emergenti dall'interiorità dei singoli pazienti e nel contempo di approfondire io stesso i temi medici sottesi.
Con l'incoraggiamento della mia attuale compagna di vita, Afsaneh, ho preso l'iniziativa di organizzare una serie di conferenze - conversazioni destinate in primo luogo ai miei pazienti e, in esteso, a tutti quelli interessati, attraverso la propria esperienza di malattia e guarigione, a conoscere le radici di se stessi e della salute.
In qualche caso ho accettato volentieri l'invito a parlare in pubblico da parte di Nina Badile a nome del collegio dei docenti dell'Associazione pedagogica steineriana di Bologna (conferenza 1-3-'97); di Matilde Santandrea per l'associazione Crisalide (conferenza 11-4-'98) e di Elena Cammelli per l'associazione Helianthus (conferenza 14-5 -'98).
La partecipazione calorosa, numerosa e attiva dei presenti; la richiesta reiterata di poter rileggere e rimeditare i contenuti delle conversazioni e il mio desiderio di contribuire con una traccia scritta al dibattito in corso sull'evoluzione della medicina alla soglia del terzo millennio dopo l'avvento del Cristo sulla terra, mi ha spinto a contattare l'amico Sandro Curti per pubblicare le nove conferenze in un unico testo.
Si chiude una fase e se ne apre un'altra. Mi sono accorto, sia nella preparazione che nella presentazione dell'ultima conferenza, che può essere fruttuoso ampliare la presenza attiva e cosciente dei partecipanti attraverso l'innesto di un'esperienza artistica affinché una conversazione operi in senso goethiano: in altri termini, grazie al connubío con l'arte, la scienza medica può venire fecondata e rivivificata perché l'ascolto reciproco tra il medico e i suoi pazienti scorra come un fiume luminoso.
Angelo Fierro Bologna, Gennaio 2000