Parlare del corpo, del nostro corpo umano significa, oggi, tratteggiare un meraviglioso meccanismo.
Il compito dei ricercatori è quello di imparare a muoversi in questo meccanismo. Il corpo diviene il teatro di ogni avvenimento.
Ogni avvenimento viene costretto nella logica di causa ed effetto propria della meccanica. In tal modo e, sempre più velocemente, il corpo è divenuto l’unica dimensione dell’esistenza. Il corpo diviene quindi nelle nostre mani uno strumento.
Tale strumento ha perso, in tale modo, la partitura con cui fu composto e di conseguenza anche la musica che avrebbe dovuto o potuto suonare. Se il corpo è un meccanismo anche il mondo è un meccanismo e noi medici dei meccanici.
La scienza spirituale, rinnovata in forme moderne, può indicare, a chi lo vuole vedere, che invece la partitura è lì, disegnata sui rapporti tra forme e movimenti delle forme. Ogni movimento genera una forma e le forme originano da movimenti giunti allo stato di quiete. I movimenti a loro volta sono espressione di esseri alcuni sono conosciuti, dalla Scienza dello spirito, come operanti da un dimensione dove la materia non ha accesso. Esseri quindi spirituali. La nostra vita è intessuta con la loro. La nostra origine è comune alla loro. Tutta questa conoscenza trasmessa nel corso dei tempi, dai maestri spirituali, può essere compresa.
Per farlo occorre, da sempre, che ciascuno di noi, entri nel proprio labirinto.
Nella storia e nel mito il labirinto è il luogo del nostro non-senso, è il luogo del coraggio e dell’abbandono. Il “non senso” cela il Senso.