a cura di Enzo Erra [...]
Chi non volesse oltrepassare i limiti della struttura razionale e concettuale che è alla base di quest'opera, potrebbe percorrere l'intero itinerario scientifico-filosofico che Steiner vi ha racchiuso, senza sentire che qualcosa gli manca o gli sfugge.
Deliberatamente, come ha chiarito nelle sue stesse note introduttive, Steiner ha esposto in queste pagine la concezione del mondo di Goethe, e non la sua.
Ma con quale fermezza e precisione, e come mai aveva fatto nei precedenti scritti, ha anche tracciato la linea dove la concezione goethiana finisce e la sua comincia.
E' una linea sottile, che sarebbe arduo e forse persino arbitrario individuare, se in questa sede - e per la prima volta in questa - Steiner stesso non ne avesse denunciata l'esisteza e indicata l'ubicazione.
[...] Questo è un libro di frontiera, in cui Steiner pone e collega una serie completa di concetti - in parte di Goethe, in parte suoi - atta a definire e chiudere un intero processo di pensiero. [...]
Chi legge, dunque, può seguire dall'esterno la vicenda, e considerare il libro sia come l'utile impatto con un saldo sistema logico, sia come l'avvincente immagine di un'altrui esperienza interiore.
Ma può anche comprendere che la trama di quella vicenda passa attraverso la sua stessa interiorità come attraverso quella di ognuno, e che l'intima esperienza descritta in queste pagine può essere vissuta anche da lui.
Allora, la serie dei pensieri goethiani steineriani diviene l'itinerario che lo conduce, a sua volta, fino alla decisiva transizione interiore.