Dai quattro momenti di cui questo piccolo libro si compone, che iniziano con un’ode alla dimensione universale del Maestro dei Tempi Nuovi, definito “amico di Dio e guida dell’umanità”, ricaviamo una testimonianza obiettiva del vero ruolo che Rudolf Steiner ha avuto per tutti gli esseri umani, che liberamente vogliano accogliere la sua opera.
Non c’è alcuna ombra di curiosità morbosa nel lieve resoconto delle ultime ore di vita, ma una compassione infinita per l’uomo, capace anche di far gioire l’Autore per la certezza che il Maestro sarà subito accolto in Cielo come un eroe vittorioso, o come un martire – nel senso etimologico del termine – della verità, tra il plauso delle gerarchie celesti festanti per il “ritorno a casa” di un così speciale fratello.
Allo stesso modo, la narrazione dei giorni di lutto non lascia trapelare neanche un briciolo di disperazione, per quanto essa possa umanamente esserci stata, ma solo la compita certezza che, ora, toccherà agli allievi prendere il testimone dell’adorato Maestro affrontare la lotta contro le forze della disgregazione e dell’ostacolo senza poter più contare sulla presenza fisica del Maestro.
Infine, il discorso funebre, in cui Albert Steffen, ancora una volta, dà prova dell’uso sapiente delle parole, scelte con cura per sottolineare ancora il grande sacrificio a cui quest’«uomo buono» si è sottoposto per il bene dell’evoluzione terrena nella sua interezza.
Un sacrificio inimmaginabile, cristico e salvifico allo stesso tempo.