I viaggi di Gulliver (Gulliver’s Travels) è il capolavoro dello scrittore irlandese Jonathan Swift (1667-1745), uno dei massimi autori satirici in lingua inglese. Il libro, pubblicato inizialmente anonimo nel 1726, racconta le disavventure per mare di un medico di bordo, Lemuel Gulliver, che incontra esseri e popolazioni fantastiche su isole immaginarie.
Nato come uno sfogo contro una determinata congiuntura sociale e politica nell’Inghilterra dei primi del Settecento, Gulliver è uno di quei libri che cedono nuove ricchezze ad ogni successiva lettura.
I suoi bersagli – l’intolleranza, la corruzione, l’avidità, l’ipocrita fiducia nella scienza come soluzione dei mali causati dall’uomo – non hanno perso nulla della loro attualità e l’amara sintesi che ne deriva è racchiusa nelle parole del re di Brobdingnag, il paese degli abitanti alti come campanili.
“Da quando mi avete narrato della vostra nazione” egli dice a Gulliver, “devo concludere che la maggioranza dei vostri indigenti è la più perniciosa massa di vermiciattoli che la natura mai soffrì che strisciasse sulla superficie della Terra”.
Jonathan Swift, nato a Dublino nel 1667 da genitori inglesi, si trasferì in Inghilterra dove trovò impiego come segretario dell'ex ministro sir William Temple. Spinto da ragioni economiche nel 1694 prese gli ordini religiosi. La vocazione di polemista lo vide schierato nelle principali battaglie politiche, religiose e culturali del suo tempo. Tra le sue opere I viaggi di Gulliver, il racconto degli straordinari viaggi di un medico inglese in mondi fantastici venato di critica verso la società inglese.