Leggendo questo libro si viene introdotti nel vasto e ancora poco conosciuto mondo del colore. Aspetti noti e originali di questo mondo si intrecciano in una unità organica che è più della semplice somma di particolari. Diversi punti di vista si susseguono, e insieme contribuiscono a destare nel lettore un’immagine sempre più completa di questo colorato universo. Il colore è una realtà viva.
La sua qualità non risiede nel pigmento, e nemmeno nella vibrazione con cui si manifesta nello spazio. Dal mondo soprasensibile delle “Qualità” esso suscita effetti nel soggetto attraverso la superficie colorata. Gli effetti del colore sono immagini, emozioni, reazioni fisiologiche e ottiche. Tutti questi aspetti, solitamente relegati ad un ambito puramente soggettivo - quindi non scientifico - costituiscono il «materiale» di indagine di questo libro. Le indicazioni che emergono costituiscono la premessa conoscitiva per una partecipazione sempre più cosciente dell’artista al proprio creare, e sono al contempo nozioni alquanto interessanti per tutti coloro che intendono lavorare coscientemente con la realtà del colore.
L’esposizione è metodica e rigorosa. Il linguaggio è alquanto conciso, privo di sfrangiature, piuttosto meditativo e poetico, disadatto ad una lettura veloce che sorvola i messaggi nascosti affidati spesso a una singola parola.
Ambrogio Bonfanti nato a Carnate, in provincia di Milano il 16 febbraio 1951.
Dalle sue parole: ‹‹Presto la pittura divenne una pratica continua ogni volta che era possibile. Insieme alla pittura crebbe l’interesse conoscitivo che spaziava in ogni campo, con prevalenza verso la scienza naturale (botanica, mineralogia), la filosofia, la psicologia, ecc. L’interesse per la pittura, unitamente all’incontro coi fondamenti scientifico-spirituali dati dall’Antroposofia, mi portò ad iniziare uno studio all’estero.
Sono stato a Stoccarda presso la Christengemeinschaft, e poi a Dornach, dove ho completato lo studio di pittura frequentando la scuola di Beppe Assenza. Oltre agli esercizi proposti dalla scuola mi interessai all’esperienza della linea; sia come mezzo espressivo, sia come archetipo di un movimento; considerando anche lo SPAZIO entro cui è collocato l’elemento lineare.
A questo studio ero stato stimolato dal libro di Kandinsky: “Punto, linea e superficie”. Al ritorno in Italia mi sono più volte trasferito (Conegliano, Valle d’Aosta, Biella), proponendo ovunque corsi di pittura.
Fu in Valle d’Aosta che ebbi la necessità di condensare gli studi e le mie esperienze col colore. Mentre affrontavo i diversi argomenti, divenne chiara una traccia, un filo conduttore, tutto si stava coordinando in modo inaspettato. Emerse così un quadro comprensivo sulla conoscenza del colore; e mi fu chiaro che poteva nascere un libro sul colore››.