Questo annale comprende due sezioni monografiche.
La prima, a cura di Erica Faccioli, è dedicata al rapporto tra l'attore russo Michail Cechov e l'Antroposofia e si addentra in un terreno ancora poco esplorato, indagando le matrici spirituali ed esoteriche della cultura russa primonovecentesca e, in particolare, l'influsso esercitato dalla scienza dello spirito di Rudolf Steiner sulla tecnica per l'attore promossa dal celebre allievo e collaboratore di Stanislavskij.
Attingendo spesso a documenti inediti o rari, vengono affrontati analiticamente nodi tematici eterogenei: le toccanti interpretazioni di Amleto e Don Quisciotte fornite da Cechov nel segno della spiritualità steineriana (Marie-Christine Autant-Mathieu, Fausto Malcovati); lo stimolante ambiente di formazione del grande attore, legato all'evolvere di paradigmi quali "immagine", "forma" e "necessità interiore" (Donatella Gavrilovich); le sottili affinità tra le teorie steineriane e quelle russe sottese all"'età bioritmica del teatro" (Ornella Calvarese); l'applicazione e l'evoluzione dell'immaginazione nella pedagogia per l'attore di Steiner (Monica Cristini); e infine l'analisi della magistrale interpretazione da parte di Cechov del Dottor Brulov nel film lo ti salverò, di Alfred Hitchcock (Clelia Falletti).
Nella seconda sezione monografica, a cura di Theòdoros Grammatàs e Gilda Tentorio, dieci studiosi delle principali università greche (Atene, Salonicco, Patrasso, Cipro) fanno luce sul teatro greco contemporaneo.