Sergio Gandini scrive e dipinge da sempre, in due percorsi paralleli che gli hanno regalato premi e riconoscimenti in tutta Italia e anche all'estero, in un lavoro quotidiano a cui si dedica sempre con enorme passione.
Attraverso i suoi quadri, ascoltiamo i rumori del succedersi delle stagioni – perché il Gandini si ispira sempre alla realtà, alla natura, alle montagne – ne accettiamo il ritmo naturale del suo succedersi, dove il positivo si succede al negativo e viceversa, in un eterno cerchio della vita.
...Se la poesia è, come dice Gandini con una bella immagine, "labilità di donare i cavalli", la risposta sta probabilmente nella pressione della materia poetica, nella sua irruenza a cui l'autore oppone un lavoro di scavo sulla parola e sulla metafora per portarne alla luce tutte le potenzialità.
"Disgelo" si succede ad "Eclissi": una fase di apertura che nasce da una fase di chiusura, un riemergere alla vita, dopo una fase di eclissi, e ammirare questa Mostra all'inizio dell'inverno per noi diventa ancora più dolce e rassicurante, perché i lavori di Sergio Gandini ci promettono la rinascita alla vita, come da i versi di Saigyo: "Questa mattina il ghiaccio che la fenditura di roccia suggellava, incomincia a sciogliersi, e sotto i muschi, l'acqua cerca un sentiero".