Quest’inclinazione ad avere pensieri limitati, astratti, anziché pensieri interiormente mobili è davvero molto forte. Davanti a qualunque cosa ci si sforza di dire che cos’è questo, che cos’è quello e che cosa significa, e così si è molto contenti perché tutto questo dà un pensiero che, come una macchina, non si muove. E nella vita quotidiana le persone diventano insofferenti, quando si cerca di trasmettere pensieri in movimento anziché pensieri inscatolati, astratti. Tutta la vita esteriore del piano fisico e della scienza ufficiale è costituita da questi pensieri morti e inscatolati. [...] Si vorrebbe un pensiero finito, compiuto, da poter annotare per rileggerlo in seguito, per ripeterlo tutte le volte che si vuole, mentre si dovrebbe tendere a un pensiero interiormente mobile, un pensiero che viva, che continui a vivere in modo giusto.
Traduttrice Maria Rita Chiappa