Il male è tutto il bene che ometto.
Il dolore, in tutte le sue molteplici forme, è una provocazione alla libertà, al divenire. L’essere umano, certo, può reagire rifiutandolo, maledi-cendolo, oppure sopportandolo tra i lamenti o con orgogliosa durezza; ma può reagire anche accogliendolo, e addirittura accoglierlo con gioia e gratitudine.Quest’ultimo atteggiamento è la quintessenza di ciò che Francesco d’Assisi intendeva dire col suo motto: “Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto”
Questo testo è la nuova edizione di "Il mistero del male nel nostro tempo"