Nelle sue migliaia di conferenze, Rudolf Steiner parlò esplicitamente dell’interno della Terra solo in cinque occasioni.
Per sua stessa ammissione, infatti, l’argomento attiene a un grado iniziatico assai elevato ed è talmente complesso da suscitare incredulità se non addirittura irrisione.
Adolf Arenson, invece, ritenne questo argomento talmente importante che – come di solito accadeva – attese che il Maestro rivelasse e spiegasse l’argomento con ulteriori conferenze specifiche. Cosa che però, in questo caso, non avvenne.
Pertanto, verosimilmente assieme ad altri antroposofi, si accinse ad uno studio approfondito del tema sotto la guida dello stesso Steiner, raccogliendo e organizzando tutto il materiale, auspicando che anche in questo caso, come per altre comunicazioni, da quel lavoro potessero nascere nuovi nessi.
Questa conferenza è la conferma che dalla sistematizzazione delle poche informazioni avute dal Maestro sono nati frutti utili non solo a comprendere le forze che vivono e operano nell’interno della Terra, ma anche a redimerle. La redenzione degli strati profondi della Terra parte dal lavoro di trasformazione del profondo della nostra anima, perché esse vivono anche nella nostra anima, e Arenson individua nelle Beatitudini che il Cristo dà nel “Discorso della montagna” lo strumento operativo per lavorare su ciascuno strato sotterraneo a partire da noi stessi.