Mancava nella letteratura biodinamica italiana un testo che si occupasse della serra e della sua gestione: generalmente ho sempre sentito parlare “male” della serra in biodinamica, giustificando ciò col fatto che si altera il naturale stato ed equilibrio del terreno, si creano condizioni “false” o alterate per la vita delle piante, e si mangiano frutti non stagionali etc. etc..
La lettura attenta di questo testo ci farà invece comprendere che non solo queste affermazioni non siano vere, ma che il giardiniere, l’agricoltore che gestisce una serra, può diventare invece un “piccolo Angelo”, perché come la Natura che ci circonda è “il pensiero manifesto degli Angeli” come ci dice con una immagine poderosa R. Steiner, così l’essere umano che costruisce una serra, anche piccola, crea e manifesta un suo pensiero immaginativo di natura umanizzata o per meglio dire personalizzata, che diventa evidente a tutti, che si manifesta nel mondo visibile dei sensi.
Perché oso dire che un giardiniere o un semplice amante delle piante costruendo una serra diventa un “piccolo Angelo”?
Perché egli sceglie innanzitutto il posto dove costruire la serra, decide il terreno che userà per le sue piante e, se è bravo, se lo crea lui stesso il terreno, decide la qualità e quantità dell’aria che entra nella serra e la regola, decide la temperatura del giorno e della notte e può cambiarla e decide lui e gestisce direttamente le precipitazioni atmosferiche”, ovvero l’irrigazione!
Cos’è la serra se non un laboratorio, un vero tavolo di laboratorio che diviene un altare per poter crescere fisicamente e spiritualmente e diventare un piccolo Angelo creatore?