Da qualche anno ormai molti viticoltori, prendendo coscienza del valore del territorio nell'espressione propria del vino, si sono convertiti all'agricoltura biodinamica.
Tra questi si contano naturalmente i domaines più famosi, ma anche numerose aziende vitivinicole di maggior prestigio e tuttavia capaci di migliorare la qualità dei propri prodotti in modo spettacolare. Con la sua azione sottile, come l'omeopatia in medicina, la biodinamica consente al vino di riflettere la personalità del proprio territorio, restituendo senso al concetto di "denominazione di origine controllata" (DOC).
"Più ci allontaniamo dalle leggi del vivente, più imponiamo artifici che non erano indispensabili, tanto per la cura della vigna quanto per migliorare il vino".
La vinificazione in cantina viene rimessa al posto che le compete, non considerandola più come un correttivo per le inadeguatezze del lavoro in vigna, ma al contrario come l'esaltazione della qualità delle vendemmie.
Questo genere di pratica agricola non consiste nel rafforzare la vitalità del suolo nella sua tipicità impregnandolo di materie animali e vegetali (composto), ma nell'aiutare il vegetale a nutrirsi di luce e calore (miglioramento della fotosintesi).
Il suolo è considerato come l'ultimo anello, o il testimone, di un mondo più sottile, meno tangibile, che è situato nell'atmosfera. In primo piano viene posta l'importanza dei pianeti e dei relativi cicli astrologici, poiché la biodinamica considera i suoli come specchi del cosmo.