La leggenda del salice che ha salvato dei gattini
C’era una volta una gatta che aveva appena dato alla luce dei piccoli.
Putroppo i cuccioli furono gettati nelle acque di un fiume vicino.
A mamma gatta altro non rimase da fare che esprimere il suo dolore in alti e lamentosi miagolii, fino ad attirare l’attenzione dei salici sulla riva del fiume.
Impietositi, toccati nel cuore dal dolore di mamma gatta, i salici agirono nel solo modo a loro concesso dalla loro natura e fisionomia: allungarono i loro rami fin sul pelo dell’acqua, in direzione dei gattini annaspanti. E così salvarono i cuccioli, che uno ad uno si aggrapparono ai rami verdi e riuscirono a riguadagnare la riva, la sicurezza e il calore e l’amore di mamma gatta.
Da allora, a ricoprire e proteggere i fiori delle piante di salice piangente femminile c’è una peluria bianca lanuginosa soffice… come pelo di gattini. Tanto che queste infiorescenze sono appunto chiamate “gattini”.