Spesso, nel corso della visita medica, vengono espresse dai genitori del piccolo paziente delle domande di ordine generale riguardo alla configurazione delle professionalità coinvolte nella scuola Waldorf. Non sempre si possono trattare dei temi così generalisti che invece si addicono bene a un momento di dialogo come quello che questa rubrica desidera impostare. In effetti con la nascita della scuola Waldorf si è creata anche una nuova figura professionale che è quella del medico della scuola membro del collegio dei professori. Il medico scolare dovrebbe conoscere ogni allievo della scuola e soprattutto gli devono essere famigliari le qualità di sviluppo di ognuno di loro: il suo compito è quello di fare da mediatore fra il bambino da una parte e i professori e i parenti dall’altra.
Nel rivolgersi alla natura spirituale del bambino il professore sa che egli non deve solo imparare, ma anche crescere e svilupparsi in modo organico e armonico. L’attitudine scolare, la capacità di partecipare a un processo di apprendimento si basa su delle forze di crescita fisica che si sono emancipate, trasformate, e la conclusione della dentizione dei denti da latte, che si realizza puntualmente a sei anni, ne è un esempio; le forze eteriche fisiche di crescita si affrancano da un processo fisico e sono disponibili per un processo di apprendimento. Il bambino ha in se delle risorse imprevedibili ed enormi per cui può essere portato a un coinvolgimento intellettuale di apprendimento anche prima di questa tappa evolutiva, ci sono paesi nel mondo in cui la scolarizzazione incomincia sempre più precocemente.
Questo non vuole dire che il bambino non può farcela, ma significa che dovrà attingere e consumare in modo costrittivo delle forze eteriche, con delle conseguenze che si presenteranno in altre epoche della vita. È evidente tutto quanto nella nostra vita avviene nel momento giusto porta delle condizioni di armonia impareggiabili e fondamentali per il momento attuale e per il futuro. La grande ambizione del medico che segue dei bambini è quella di aiutarli a diventare degli adulti liberi, da malattie e da pregiudizi. Si tratta quindi di una puericultura che sente non solo le necessità e le qualità del momento, ma ha costantemente un occhio rivolto allo sviluppo nel futuro. Si vive oggi in una dimensione estremamente accelerata in ogni settore della vita sociale e privata, e questo è un indice molto pericoloso perchè sinonimo spesso di un disarmonia oltre che di una violenza sull’organizzazione eterica del bambino.
Attraverso l’impegno di forze dell’anima del bambino il processo di apprendimento agisce contestualmente al suo enorme lavoro di riorganizzarsi la sua fisicità. In questo intersecarsi di linee di sviluppo si chiarisce immediatamente il significato della presenza di un medico nella scuola, di un professionista attento alle metamorfosi fisiche quali espressioni e frutto delle forze individuali, ma anche di quelle plasmatrici insite nel processo dell’apprendimento.Già nel primo settennio, e ad esempio nel gioco, il bambino risente delle qualità dello strumento di gioco in modo direi sostanziale, fisico. Una eccessiva consuetudine con un gioco fatto di cubetti squadrati più o meno rigidamente impilabili potrà essere la base perché nel suo futuro si presentino delle problematiche di rigidità osteo articolare. Se tanto incisivo può essere l’impatto delle qualità del gioco, è facile pensare a quelle che derivano nell’apprendimento. Il medico e l’insegnante quindi possono e devono unire le loro conoscenze, e meglio è se ognuno si attiene appunto alle proprie specifiche competenze.
Il medico può indicare al maestro dove, nello strumento fisico e nell’organizzazione fisica, si trovano gli ostacoli che contrastano lo sviluppo psico spirituale. Spesso queste difficoltà o carenze non possono essere superate senza adeguate indicazioni terapeutiche, esercizi di euritmia, un regime dietetico sempre molto individuale, o altri rimedi ancora. Così il medico diventa educatore. Ogni insegnamento, sia buono o cattivo, esercita una enorme influenza sulla salute dei bambini. E desidero ancora sottolineare che non è determinate il contenuto dell’insegnamento, ma il modo in cui viene trasmesso.
Al giorno d’oggi i bambini e i ragazzi sono sovraesposti dal punto di vista intellettuale, ma incapaci o quasi di risonanze affettive, di percepire un risuonare nella loro volontà e ancora meno di entusiasmo. Più l’intelletto è veloce a rispondere più grande è la carenza di partecipazione affettiva, premessa del coinvolgimento della volontà. Le diverse facoltà psico spirituali non si sviluppano nello stesso tempo. L’insegnamento di oggi in qualche modo è come se decapitasse l’alunno, separando la testa dal resto dell’organismo della persona. Da questo deriva spesso una atrofia interiore preambolo di malattia. Gli impulsi spirituali che costruiscono gli organi e danno loro forma vengo esclusi da questa barriera intellettuale. Così Rudolf Steiner indicava come negli adulti affetti da problemi intestinali o malattie addominali ci fosse stato un insegnamento noioso della grammatica.
*Si era in tempi antichi,viveva allora nelle anime degli iniziati con forza il pensiero che per natura ogni uomo è malato.
Educare era uguale al processo di guarigione che donava al bambino al contempo salute e maturità per una vita umana compiuta.
Rudolf Steiner
* prima lettera circolare dopo il convegno di Natale Goetheanum, 11 marzo 1924, tr. it. Principi di etica medica Editrice Antroposofica Milano 1995 – pag. 119
Articolo tratto dalla Rivista Germogli, anno 1 n°1 dicembre 2010 , si ringrazia Sergio Giannetta