Raramente la persona affetta da nervosismo viene dichiarata malata o invalida per il lavoro, ciò nonostante non la possiamo considerare sana. Si creano dunque, sia per la persona in questione sia per l’ambiente sociale, dei notevoli problemi, data la diminuizione della capacità di lavoro, l’irrequietezza e l’irascibilità che accompagnano il fenomeno.
I sintomi di molte malattie ci indirizzano a determinate lesioni di questo o quell’organo. Nel caso dei fenomeni di nervosismo, invece, non si riscontrano precise lesioni, anche se la situazione coinvolge quasi tutte le manifestazioni della vita. Abbiano una ipereccitabilità dei sensi, infastidiscono per esempio la luce e i rumori, accompagnata da debolezza nella capacità di concentrazione, diminuizione della memoria, variabilità dell’umore.
Nella sfera del sentimento dominano irrequietazza, irascibilità, insicurezza e paure legate a nervosismo. Nell’ambito della vita volitiva domina una notevole mancanza di controllo anche in certi movimenti involontari, accompagnato dalla fretta, e dalla rapida comparsa della stanchezza. Tutto l’essere dell’uomo viene, dunque, coinvolto.
Disturbi simili a quelli menzionati possono spostarsi dalla sfera ancora soggetta alla nostra volontà, ai processi fisiologici involontari, come per esempio l’attività gastrica, intestinale, cardiaca e circolatoria. In questo caso viene coinvolto anche il sistema vegetativo, compaiono strani formicolii nelle braccia, irregolarità cardiache, emicranie, dolori allo stomaco, alterazioni della funzioni intestinali, sudorazioni irregolari e molti altri sintomi che negli ultimi decenni sono andati notevolmente aumentando e che hanno portato i medici a parlare di labilità vegetativa, di distonia neurovegetativa e così di seguito.
Ci muoviamo in una zona di confine in cui il nervosismo è la tappa preparatoria di vere e proprie alterazioni organiche come l’infarto, l’ulcera e così via. Spesso anche per il medico che ha una lunga esperienza non è facile delimitare i sintomi legati al nervosismo, e distinguerli da una seria malattia organica. Non è facile distinguere, per esempio, una ipereccitabilità funzionale da una iperfunzione della tiroide.
Uno dei punti più problematici del nervosismo è dato dall’insonnia nelle sue più svariate gradazioni, una vera e propria malattia della nostra epoca.
In realtà le premesse per il nervosismo non si trovano mai nella vita di sonno, ma soltanto nel modo in cui conduciamo la nostra vita di veglia. La molteplicità delle impressioni sensorie, specialmente nelle fabbriche, in mezzo al traffico e nelle grandi città, ci sommerge con un eccesso di stimoli. Spesso, inoltre, riempiamo il nostro tempo libero con attività inadatte. Invece di concederci dei momenti di raccoglimento e di riflessione, ci disperdiamo in un’ulteriore marea di stimoli provenienti per esempio, dallo schermo televisivo, da una radio sempre accesa, dalle immagini dei giornali. Oppure ci affatichiamo con lunghe corse in automobile per raggiungere le mete dei nostri fine settimana, dimenticando che forse una tranquilla passeggiata nei dintorni potrebbe forse essere il riposo più adatto.
Rigenerazione e interiorizzazione.
L’uomo che diventa nervoso si trova immerso in uno squilibrio di vita, squilibrio tra le forze di rigenerazione e le forze di distruzione della sua vita organica ed animica, e la cosa non va presa alla leggera.
Si tratta di riesaminare, dalle fondamenta, il corso che si è dato alla propria vita, per pensare a quali modificazioni siano davvero sensate e arrivare ad un reale cambiamento. Particolare attenzione va dedicata, da un lato, ad una precisa conoscenza dell’attività sensoria, e dall’altro ad un nuovo rapporto con il tempo, così da raggiungere un ritmo di vita sano ed equilibrato.
Ci si può per esempio, contrapporre alla marea di impressioni sensorie che ci sommerge (impressioni che sovraccaricano i normali processi distruttivi del sistema nervoso) mediante un esercizio, l’osservare per esempio con amore e dedizione un particolare fenomeno della natura, l’immergerci con attenzione nel suono di una campana, nel canto di un uccello o nella voce di una persona.
Contrapponiamo dunque alla costruzione di impressioni provenienti dalla vita quotidiana, per esempio dalle immagini che ci sfiorano velocemente dai finestrini dell’automobile (impressioni che, rapide e continue, spesso cogliamo al margine della coscienza) contrapponiamo dunque un cosciente “osservare”, “ascoltare”, che prende le mosse dalla nostra interiorità.
E’ una sorta di esercizio, a cui dedicarsi cinque minuti, magari tre, quattro volte al giorno.
Dobbiamo interrompere la nostra attività normale con delle pause, delle cesure coscientemente fissate, così da potersi rilassare e rigenerare.
Già il noto filosofo Leibniz scriveva: “Ci si dovrebbe abituare, e si tratta di un ottimo esercizio, a raccogliersi di tempo in tempo per sollevarsi al di sopra del momentaneo tumulto di impressioni, per dirsi, nel luogo in cui ci si trova: “Per quale motivo sei qui, dillo! Tieni d’occhio la meta che ti sei prefisso”.
Una tale attività meditativa porta all’Io indebolito e oscurato la forza proveniente dalla luce della verità spirituale. Di questa luce l’Io ha estrema necessità per tener testa, con concentrazione, amorevole interesse e crescente capacità di agire, alle esigenze della vita.
Articolo tratto dal Notiziario Weleda nr 57