Tutto nel mondo è movimento sia nel mondo fenomenico, sia nella nostra anima: è la vita che si rinnova continuamente. Noi stessi siamo di giorno in giorno diversi. Ogni esperienza piccola o grande ci trasforma: diventare più ricchi o più poveri interiormente dipende da noi, dalla nostra libertà.La coscienza si evolve: basta confrontarsi con le generazioni che ci hanno preceduto o che ci seguono, con le persone a noi più vicine alle quali magari siamo legati da grande affetto. La morale che ha sostenuto l’umanità per lunghi evi e che veniva trasmessa dall’esterno, creando norma di vita, spesso legge, era un riferimento sicuro e necessario, ma ora non più, ora ognuno sente che sta diventando norma a se stesso, che è chiamato a trovare risposta agli interrogativi in prima persona. C’è addirittura un rifiuto per una morale scaduta ormai spesso a vuoto moralismo che non ci corri-sponde più, che si è ammantata di ipocrisia, che ci ripugna.In un’epoca in cui tutto viene rimesso in discussione, in cui sempre di più si sente che in fondo ognuno di noi è solo di fronte alle proprie scelte, al proprio essere morale, come regolarsi?
La frenesia delle nostre giornate, presi come spesso siamo in un gorgo in cui il tempo sembra restringersi sempre più, venirci a mancare, rischia di impoverire, di soffocare la nostra anima, creando scontento, stanchezza, talvolta depressione.Il tempo dell’anima non è quello dell’orologio, quello spazialmente legato al ciclo del sole sul quale è regolata tutta la nostra esistenza esteriore sulla Terra: è un’entità incommensurabile. Eppure, pochi attimi, talvolta, quando riusciamo a staccarci dall’attività quotidiana per dare uno sguardo alla nostra interiorità, possono dilatarsi all’infinito, avere uno spessore, una valenza inimmaginabile nella misura delle cose terrene che ci circondano da noi percepite con i sensi, e possono dare una ricchezza che ci corrobora, ci sostiene anche se si ha una vita difficile, molto impegnata.
Talvolta ci troviamo nel caos del traffico, in una metropolitana affollata, in un grande magazzino… abbiamo intorno a noi una variegata moltitudine: ogni volto racchiude l’impenetrabile mistero della propria umanità, confinata nella propria pelle, ma interiormente dilatata a chissà quali lontananze, a chissà quali nostalgie, a chissà quali aneliti, ognuno costituisce un intero universo. A un tratto sboccia un sorriso inatteso, come se si schiudesse uno spiraglio sull’interiorità di un altro essere umano e, improvvisamente, ci sentiamo come arricchiti, come se l’altro ci avesse donato qualcosa di prezioso e riprendiamo il nostro percorso alleggeriti.
Valorizzare questo dono, custodirlo con cura fa parte di una moralità cosciente che stiamo costruendo uomo per uomo, quale premessa a una futura fraternità cui molti anelano, che però non può essere un fenomeno di massa, ma va edificata con la consapevolezza del valore di ogni essere umano. Soffermiamoci brevemente su queste parole, parafrasate da un testo di Rudolf Steiner, forse potranno diventare un nutrimento per l’anima:
“Ogni moto dell’anima verso il bello del mondo, ogni pensiero di gratitudine verso chi ha creato tanta bellezza, l’entusiasmo per la conoscenza spirituale, oltre il nostro agire positivamente per l’umanità e per il mondo: tutto questo è morale. Quel che di solito si definisce morale è solo una sottosezione della moralità in generale”.
Articolo tratto dalla Rivista Germogli, anno 1 n°1 dicembre 2010 , si ringrazia Sergio Giannetta